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Smog e inquinamento: aria pulita in Sardegna

L’assessore della Difesa dell’ambiente, Donatella Spano, “soglie superate solo nel 2011 e nel 2014”.

“Solo due volte, nel 2011 e nel 2014, sono state superate le soglie d’inquinamento atmosferico previste dalle norme, ma in generale la qualità dell’aria in nell’Isola è buona”. Queste la parole dell’assessore della Difesa dell’ambiente della Regione Sardegna, Donatella Spano, che ha presentato “Il Nuovo Piano di qualità dell’aria della Sardegna”. Il precedente piano risaliva al 2005, “quindi

– rimarca l’assessore – avevamo l’obbligo politico di scrivere un nuovo strumento di pianificazione per mantenere i livelli positivi e al limite contribuire a migliorarli”.
Inquinamento

“Il Nuovo Piano di qualità dell’aria della Sardegna” avrà validità fino al 2020 e classifica il territorio in zone omogenee: l’Agglomerato di Cagliari, la Zona Urbana (Sassari e Olbia), Industriale (Assemini, Capoterra, Sarroch, Portoscuso, Porto Torres), la Zona rurale e quella Ozono (tutta la Regione). I superamenti hanno riguardato in gran parte i livelli di polveri sottili (Pm10), ossidi di azoto e ozono. Quanto alle polveri, nel 2011 i superamenti sono stati 39 su 35 consentiti dalla legge, 40 nel 2014.

Sorgenti principali di polveri sottili sono i caminetti, le stufe domestiche, le piccole caldaie.

Fra le sorgenti di No2: attività portuale, trasporto su strada, attività industriali e centrali termoelettriche. I dati registrati dalla rete di monitoraggio regionale nel 2015

confermano comunque la necessità di attenzione in alcune zone: l’agglomerato di Cagliari, l’area di Assemini, quella di Portoscuso e l’area urbana di San Gavino Monreale.

Mentre per i livelli di ozono: l’area urbana di Sassari, di Sarroch, l’area centro settentrionale della zona rurale. Nel Nuovo Piano presentato oggi sono previste misure tecniche: la sostituzione di caminetti e stufe tradizionali con sistemi ad alta efficienza nel settore del riscaldamento domestico; razionalizzazione del trasporto urbano, interventi in ambito portuale. Mentre le misure non tecniche vanno dalle campagne di sensibilizzazione, per accrescere la consapevolezza dei cittadini sulle conseguenze delle abitudini inquinanti, alla promozione dell’utilizzo di prodotti a km 0, ma anche il mantenimento di una rete di monitoraggio efficiente.

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