Sono giorni di emergenza nazionale, e come ogni volta si attiva la macchina della solidarietà italiana. Uno degli appelli che gira più spesso è quello di donare il sangue per aiutare i feriti durante un terremoto, un’alluvione, o un qualsiasi disastro naturale.
Dopo uno di questi tragici eventi, precipitarsi subito ai centri trasfusionali non è necessario, anzi, si rischia di intasare inutilmente le strutture più vicine alla calamità.
Le sezioni AVIS, in questi casi, spiegano chiaramente perché e come sia meglio agire.
Nel caso non ci sia una vera e propria emergenza – come quelle estive in Sardegna, carenze stagionali di sangue aggravate dal maggiore afflusso di turisti – bisogna usare il buon senso: aiutando chi ha bisogno, ma nei tempi giusti.
Esiste infatti un piano per le emergenze approvato a luglio 2016 dalla Conferenza Stato-Regioni, che prevede che in casi eccezionali, come può essere un terremoto o un attacco terroristico, si metta in moto il Centro Nazionale Sangue prima con una bacheca virtuale e poi con l’attivazione delle sedi trasfusionali e delle associazioni di donatori.
In questo modo si ha un intervento immediato delle scorte di sangue raccolte in precedenza. Solo qualora ci fossero delle necessità reali vengono allertate e attivate le sedi delle associazioni e i centri trasfusionali che si occupano di contattare i donatori periodici. Il sangue raccolto, dunque, non viene utilizzato nell’immediato come erroneamente si può pensare, ma ci si affida alle scorte raccolte in precedenza, dato che la sicurezza nelle trasfusioni viene comunque rispettata e il sangue raccolto testato e messo a disposizione solo dopo tutti i controlli più scrupolosi.
In casi come quelli di questi giorni, con la macchina della solidarietà in moto, molti italiani vogliono aiutare donando il sangue, però talvolta non è necessario precipitarsi subito negli ospedali, perché si rischia di intasare inutilmente le strutture più vicine alla calamità, impegnate nell’assistenza ai feriti, e che spesso non sono quindi in grado di accogliere tutti i donatori.
È importante invece donare il sangue regolarmente: se tutti quelli che possono donare lo facessero con regolarità (4 volte all’anno per gli uomini, 2 per le donne, come specificato nel volantino informativo dell’AVIS di San Gavino Monreale), non si parlerebbe mai di “emergenza sangue”.