Non è raro che nelle pagine di Comprendo abbiate trovato qualche articolo in cui venisse descritta la condizione delle strade di San Gavino Monreale. Una questione di arredo urbano e di sicurezza, argomenti che abbiamo trattato sin dal primo numero.
Viriamo l’attenzione però verso quelle strade, statali e provinciali, che collegano la nostra cittadina ai paesi limitrofi. La strada più tortuosa è senza dubbio quella che collega San Gavino a Sardara resa ancor più complessa dalle “nuove” uscite presenti nel paese in cui regnano gli incroci pericolosi e con scarsa visibilità. Durante il percorso di circa 7 km ci troviamo su una strada stretta piuttosto sconnessa, con avvallamenti non segnalati e un asfalto ormai usurato dal tempo. Il panorama è sicuramente piacevole grazie alla vista sul Monreale e sul suo glorioso storico castello.
Nelle ultime settimane le tante buche presenti sono state letteralmente “rattoppate”, un primo passo verso la messa in sicurezza di una strada, di per sé piuttosto pericolosa e abbandonata al proprio destino da dieci anni a questa parte. La strada in questione è anche uno svincolo cruciale per chi ogni giorno, o durante questo periodo di ferie, si reca nell’Oristanese.
Le problematiche di viabilità non mancano anche nelle altre arterie di traffico in uscita da San Gavino: nella strada per Sanluri troviamo un pericoloso incrocio al momento dell’imbocco della 131 in direzione Cagliari, forse il percorso più utilizzato dai sangavinesi. Nella strada per Guspini, stretta e ricca di avvallamenti troviamo un incrocio a raso in direzione Gonnosfanadiga mentre nella strada per Villacidro, oltre all’ormai ahinoi celebre incrocio tra la strada statale 197 e la strada provinciale 67, lungo i 10 km che ci separano dal “paese d’ombre” l’asfalto è in costante peggioramento causando la formazione di pericolose buche e avvallamenti.
Una situazione quella delle strade che colpisce non solo la nostra zona e la nostra isola ma tutta l’Italia, come spesso possiamo dedurre dalle cronache nazionali. Una questione di arredo urbano dicevamo, ma soprattutto di sicurezza, quella sicurezza che non dev’essere mai abbandonata neanche in periodi critici e di ristrettezza economica come questo.
Luca Fois