La bellezza, prima di tutto. Ma anche un senso (forte) di cittadinanza. Siamo in Sardegna, una regione che nell’immaginario collettivo è associata al mare, alle bellissime spiagge, alla pastorizia. Eppure qua c’è molto di più. Cosa? I beni culturali, ad esempio. E così, complice l’impegno di migliaia di volontari, sull’isola – e non solo – fino alla fine di maggio sarà possibile visitare gratuitamente 700 monumenti.
Luoghi suggestivi, a volte nascosti e poco noti. Chiese, castelli, campanili, roccaforti, spiagge (per lo più misconosciute), aree archeologiche. Spazi inediti di cultura che costruiscono percorsi (anche accessibili) capaci di miscelare storia, arte, tradizione.
Una suggestione che negli anni ha fatto registrare numeri da capogiro: tre milioni di visite guidate (gratuite, ovviamente) in mille monumenti, 100 mila studenti “ciceroni”, 50 mila volontari coinvolti e ben 119 amministrazioni comunali aderenti.
Stiamo parlando dei “Monumenti aperti”, un’iniziativa che festeggia quest’anno il suo ventesimo anno di attività e che nasce a Cagliari. Non a caso ad aver avuto l’idea è stata un’associazione: Ipogeo.
Da locale, l’iniziativa è riuscita a coinvolgere sempre più Comuni. Oggi, in tutta la Sardegna, quelli che partecipano sono 48. Ma grazie alla caparbietà di chi crede nella bellezza del territorio, “Monumenti aperti” ha potuto spingersi oltre. Lo ha fatto raggiungendo il “continente” ed estendendo l’iniziativa anche a tre amministrazioni del Piemonte.
Non sorprende scoprire che anche il coordinamento delle attività è nelle mani del volontariato: pur contando sul sostegno delle istituzioni, l’organizzatore della manifestazione è affidata all’associazione “Imago Mundi Onlus”.
«La formula è sempre la stessa. Puntiamo a valorizzare siti sconosciuti o inaccessibili in altre occasioni. “Monumenti aperti” ha infatti contribuito ad accrescere la visibilità delle ricchezze archeologiche, storiche e ambientali del nostro territorio» spiega Fabrizio Frongia, presidente dell’associazione.
Una manifestazione che fa bene al territorio, incentiva il turismo, valorizza la bellezza e coinvolge tutti: cittadini, volontari (che quest’anno sono 13 mila), studenti.
Il primo week-end si è già consumato. A essere protagonisti sono stati i Comuni di Carloforte, Milis, Sant’Antioco, Sardara. Il 7 e 8 maggio l’iniziativa si ripeterà ad Alghero, Capoterra, Carbonia, Gonnosfanadiga, Marrubiu, Oristano, Pula, Sadali, San Gavino Monreale, Sanluri, Sassari, Villasimius. E così sarà anche per gli altri fine settimana di maggio (programma completo su monumentiaperti.com).
Costo dell’operazione: 260 mila euro. Cifra coperta in quota parte dai Comuni (40%), degli assessorati regionali al turismo e ai beni culturali (20%) e da sponsor privati (40%). Il valore aggiunto, difficilmente calcolabile, è quello dei volontari che con passione, professionalità e senso civico hanno reso possibile tutto questo.
Ancora una volta, a vincere, è la “bellezza” della gratuità.
Eugenio Terrani, Corriere della Sera