In questi giorni si fa un gran parlare dell’area della vecchia stazione ferroviaria. Argomento trattato su questo sito diverse volte negli ultimi anni, con numerose denunce per il degrado portato dal trasferimento della stazione in periferia e col conseguente abbandono (e svalutazione) dell’area di piazza Battisti e dintorni.
Per questo motivo un comitato spontaneo di cittadini attivi sta prendendo forma, per far nascere idee per la rivalutazione dell’area e per sollecitare le istituzioni a darsi da fare, mediante i canali più efficaci e opportuni.
Parallelamente, è stata lanciata una petizione online per la restituzione dell’area ai cittadini sangavinesi. Ecco la breve storia della Stazione di San Gavino Monreale
: conoscerla può aiutare a comprendere meglio e fornire spunti di discussione ulteriori.PASSATO
Fin dal 1871 la Stazione di San Gavino Monreale rappresenta il più importante scalo passeggeri del Medio Campidano posta sulla tratta Cagliari-Golfo Aranci, oltre che per il servizio passeggeri, ha rivestito per vari decenni un ruolo essenziale per l’interscambio merci con la miniera di Montevecchio e la Fonderia di San Gavino assumendo un importanza strategica. Nel 2007, con la variante di San Gavino, il tracciato ferroviario subisce una deviazione che porta allo spostamento e all’attivazione di una nuova stazione in una area periferica e opposta a quella “vecchia” da allora i caseggiati e la linea, ormai dismessi, subiscono un lento e inesorabile declino.
PRESENTE
Attualmente l’accesso all’impianto e ai caseggiati è precluso per motivi di sicurezza e risultano inutilizzati e incustoditi, nel corso degli anni (nove anni) sono stati preda di atti vandalici e di degrado che hanno portato a varie proteste e lamentele da parte degli abitanti sangavinesi, situazioni di pericolo come quelle legate alla vegetazione spontanea che ogni anno, con l’arrivo della stagione secca, aumenta il rischio di incendi e favorisce la presenza di parassiti in pieno centro urbano.
FUTURO
Da parte della popolazione e delle istituzioni locali è ormai chiaro che lo stato attuale dei luoghi non può essere più tollerato, la possibilità di agire e cambiare la situazione è legata indissolubilmente alla questione del passaggio di proprietà tra RFI e Regione Sardegna.
L’attuale amministrazione ha avanzato una reiterazione di richiesta di comodato d’uso dei locali a scopi di promozione socio-culturale, ad oggi da parte di RFI ancora nessuna risposta.
Recentemente si è formato un comitato spontaneo di cittadini (stAzione) che sta tentando di riportare sotto i riflettori la vicenda, consapevoli dell’enorme potenziale sociale ed economico che l’intera area possiede, sta cercando attraverso metodologie di ascolto e discussioni dal basso di sviluppare un gruppo di lavoro multidisciplinare in grado di generare un progetto condiviso a lungo termine, pronto per essere messo in pratica nel momento in cui finalmente la “vecchia stazione” tornerà ad essere un luogo di e per tutti i sangavinesi.
Abbiamo intervistato i promotori dell’iniziativa (st)Azione, molto attivi anche su Facebook (link al gruppo), per farci raccontare la loro idea e comprendere meglio il movimento che si sta creando attorno all’area della vecchia stazione ferroviaria.
Siamo un gruppo spontaneo di “cittadini attivi” che si battono per sussidiarietà orizzontale affinché si trovi una soluzione alla situazione di degrado in cui versano gli immobili e i terreni interessati dalla dismissione della vecchia stazione e del tracciato.
Il gruppo è apartitico e vuole coinvolgere cittadini, sangavinesi e non, che credono che una situazione del genere sia indecorosa e pericolosa.
Sappiamo che la soluzione non sarà semplice e immediata, ma siamo certi che esiste una via d’uscita, se non a breve almeno a medio termine.
Siamo poco informati sulla questione, quindi per adesso chiediamo risposte: pare ci sia un contenzioso tra RFI (proprietaria degli immobili) e la Regione che dovrebbe acquisirla per poi cederla in comodato d’uso gratuito al Comune. RFI è un soggetto privato, SpA, quindi attribuisce agli immobili un valore (anche piuttosto alto) e non è disposta a cederli “gratis”.
La Regione dovrebbe entrarne in possesso per metterla in sicurezza e bonificarla, onere che il Comune non si potrebbe mai assumere. Al Comune spetterebbe invece trovare una giusta destinazione; l’area è sicuramente una grande risorsa, un’arteria che taglia in due il centro abitato e l’agro del paese, nell’immaginario collettivo si prospetta un parco lineare multifunzionale.
Per i sangavinesi, ma non solo, quell’area ha un altissimo valore affettivo, perché è stata il motore del paese per quasi 150 anni, fonte di economia e di scambi culturali. Da li in tanti sono arrivati a San Gavino e nel Campidano e da li purtroppo in tanti sono partiti, è quindi un luogo di memoria.
San Gavino ha avuto tanto dalla ferrovia, ma ha anche dato tantissimo, non è pensabile che questo rapporto si interrompa, quindi è nostra intenzione non lasciarla morire così.
In questi giorni stiamo sollevando la questione, tramite i media, una petizione e il nostro gruppo facebook, speriamo giungano le risposte e i chiarimenti da parte di chi di dovere, la fase due potrebbe essere invece più drastica (non è una minaccia).Il gruppo per adesso è attivo, le idee e gli esempi da seguire non mancano, ma la stagione secca si avvicina e adesso sarà più visibile a tutti lo scempio. Servono risposte e servono in fretta, a voi chiediamo supporto per informare l’opinione pubblica e “smuovere” chi è responsabile.