Con l’espressione massacri delle foibe si intendono gli eccidi ai danni della popolazione italiana nei territori confinanti con la ex Jugoslavia, occorsi durante la seconda guerra mondiale e nell’immediato dopoguerra. Il nome deriva dai grandi inghiottitoi carsici dove furono gettati molti dei corpi delle vittime, che nella Venezia Giulia
sono chiamati, appunto, “foibe“.Il termine “foibe” è poi diventato sinonimi di uccisioni che in realtà furono in massima parte perpetrate nei campi di prigionia jugoslavi o durante la deportazione verso di essi.
Il fenomeno dei massacri delle foibe è da inquadrare storicamente nell’ambito della secolare disputa fra italiani e popoli slavi per il possesso delle terre dell’Adriatico orientale, nelle lotte intestine fra i diversi popoli che vivevano in quell’area e nelle grandi ondate epurative jugoslave del dopoguerra, che colpirono centinaia di migliaia di persone in un paese nel quale, con il crollo della dittatura fascista, andava imponendosi quella di stampo filosovietico, con mire sui territori di diversi paesi confinanti.
Per commemorare quei massacri, il gruppo politico Progetto Comune ha presentato una mozione a riguardo della vicenda delle foibe presentata nei giorni scorsi dalla consigliera Addari e sottoscritta da tutti gli altri componenti di minoranza.
Nella giornata di mercoledì 10 Febbraio verrà celebrato, con iniziative di vario genere in tantissimi comuni d’Italia, il “Giorno del Ricordo”. Tale ricorrenza, istituita con la legge 92 del Marzo 2004, si propone di conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell’esodo degli istriani, giuliani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra. Gli episodi del confine Nord Orientale videro coinvolte tantissime vittime, pur se non si hanno ancora stime ufficiali si presuppone siano intorno ai 20.000 coloro che persero la vita nelle cavità carsiche istriane, e si stima siano stati circa 300mila coloro che furono costretti ad abbandonare la propria terra per fuggire ai massacri. Anche la Sardegna, in diversi comuni e località, ospitò i tantissimi esuli, considerato anche che furono molti i sardi che morirono in quelle terre a guerra finita. Al fine di far conoscere, alle vecchie e nuove generazioni, questa triste vicenda che appartiene alla storia della nostra Nazione ci siamo proposti di presentare una mozione da porre all’attenzione del Consiglio Comunale di San Gavino. Attraverso questo documento vogliamo impegnare il nostro sindaco e l’amministrazione comunale tutta a commemorare e rendere omaggio, ogni 10 febbraio, alla memoria di quanti sono caduti, barbaramente assassinati o costretti all’esilio per sfuggire alle violenze; e a intitolare una via del nostro Comune ai Martiri delle Foibe. Come avevamo affermato anche l’anno scorso l’auspicio è che negli anni a venire anche nella nostra piccola Comunità Sangavinese si possano commemorare, con il dovuto rispetto e senza faziosità alcuna, pure con un piccolo e semplice gesto i martiri delle Foibe e gli esuli giuliano dalmati. Certi che la maggioranza e la Giunta, come in altre occasioni, saranno sensibili all’argomento e vorranno accogliere positivamente la nostra proposta.
Progetto Comune San Gavino