La pubblicità oggi come in passato punta sul colpo d’occhio. Le immagini hanno infatti costituito sin dai tempi dell’illuminismo francese, un elemento centrale, offrendo a mere comunicazioni in bianco e nero un supporto sensoriale di valore e a forte impatto sociale. Rendere emozionale la pubblicità è stato fin dal principio un obbiettivo comune a molteplici categorie professionali: commercianti, compagnie teatrali ed artisti di vario genere, non persero tempo a tappezzare Parigi di manifesti e locandine, al fine di promuovere la propria attività. Sebbene si trattasse di una realtà molto lontana da quella attuale (i primi cartelloni pubblicitari risalgono all’800 ed i primi del 900), personaggi lungimiranti di varia provenienza avevano già intuito l’enorme potenziale della promozione pubblica.
Sulla scia dell’esempio francese l’arte pubblicitaria si è velocemente diffusa anche in Italia, pur collocandosi autonomamente nel panorama artistico internazionale e trovando un suo posto specifico nell’ambito delle opere museali. Essa trova il suo pioniere in Aleardo Terzi, autore di due dei manifesti italiani più conosciuti al mondo: la scimmia che si lava i denti con il Dentol (1914) ed il cucciolo con il pennello in bocca della Max Meyer (1921). La prima guerra mondiale ha arrecato poi una profonda trasformazione alla struttura della cartellonistica. Stampare manifesti non avrebbe infatti più significato fare delle immagini dei veri e propri dipinti. L’opera pittorica sarebbe stata relegata ai musei, mentre il messaggio impresso sui manifesti per strada e di conseguenza le immagini, sarebbero divenuti diretti e di più facile realizzazione. Gran parte della propaganda governativa, così come l’arruolamento volontario passò per la cartellonistica. Lo slogan “I want you” e l’immagine dello zio Sam rispecchia perfettamente il nuovo approccio.
La modernità ha invertito nuovamente il trend, conferendo alla pubblicità un valore mai attribuitole in precedenza. La forma moderna di manifesto va di pari passo con la rivoluzione industriale incontrando la sua massima espressione nelle opere del francese Jules Chéret.
Nell’era digitale, grazie a stampanti all’avanguardia ed alle nuove tecnologie avanzate, è possibile progettare e stampare manifesti pubblicitari direttamente online da siti come Pressup, senza doversi preoccupare della qualità, delle rifiniture ed dei dettagli. La precisione della stampa e la celerità delle operazioni rendono infatti tutto più semplice, consentendo l’ottimizzazione di rappresentazioni anche di proporzioni gigantesche.
Nella società contemporanea, la stampa di un manifesto a scopo promozionale rappresenta una delle soluzioni più sensate per brand intenzionati a farsi notare. L’utilizzo dei social e delle tecniche di marketing conosciute possono spostare l’attenzione sul web, ma i risultati che un cartellone pubblicitario può ottenere all’esterno, nel mondo reale, sono decisamente più incoraggianti.
Riuscire a coordinare il core value aziendale con il concept del manifesto, lo slogan , ma soprattutto le immagini, tuttavia non è impresa facile.
C’è un intero universo dietro la realizzazione di ogni singolo manifesto, che non va ignorato, ma esplorato e studiato attentamente. Se l’obbiettivo è crescere in termini di notorietà, sarà necessario prepararsi. Solo così il manifesto pubblicitario potrà ricoprire il ruolo che gli fu destinato all’origine.
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