Negli ultimi giorni la comunità sangavinese si è interrogata e confrontata (per l’ennesima volta) sul tema inquinamento, dopo i dati pubblicati dall’Arpas e riportati dai quotidiani regionali.
Ancora una volta San Gavino Monreale si aggiudica il triste primato per le polveri killer nell’aria, dopo i primi allarmi nel 2011, dopo il nostro articolo del 2014
, anche nel 2015 i dati sono risultati più che preoccupanti.Dal Comune fanno sapere che verrà avviata una campagna di monitoraggio dell’aria, con diverse stazioni sparse nel centro abitato di San Gavino Monreale, per cercare di meglio comprendere le origini di questo tasso altissimo di polveri sottili e capire come porvi rimedio.
Intanto, le statistiche sull’incidenza di tumori nel nostro territorio sono preoccupanti, per non parlare della SLA e di altre patologie respiratorie, problemi all’ordine del giorno tra i nostri concittadini.
E mentre qualcuno difende strenuamente il passato e il presente industriale sangavinese, mentre qualcuno minimizza, mentre qualcuno sposta il problema sull’inquinamento del terreno, mentre altri ancora danno la colpa alle auto, alle caldaie a gasolio dei vicini o ai caminetti, a San Gavino Monreale si muore di “cussu male”
.Lasciamo le risposte a chi di competenza, ma non possiamo fare a meno di porre le domande.
Non possiamo, per rispetto dei tanti sangavinesi morti di “quel male”, fare finta che tutto vada bene e non cercare la verità. Vi lasciamo con le parole di Pier Franco Devias, che offrono uno spaccato di una Sardegna troppo spesso rassegnata all’ineluttabile.
Gli chiedo “Ebbè e de ite est mortu?”
E lui “Ih, e de ite cheres chi siat mortu? De cussu male. Che a belle ‘e totus, oramai”
Neanche lo si nomina più. Cussu male.
Forse per la paura che incombe su tutti, o forse per la lugubre frequenza.
Sta di fatto che queste carogne ci stanno ammazzando tutti, uno dietro l’altro, giorno dopo giorno, e nessuno sa cosa fare.
Chi protesta passa per sognatore che vuole fermare il progresso, quando non direttamente per nemico che vuole affamare la povera gente.
Nel mentre, morto su morto, il progresso italiano va avanti inesorabilmente.
Quanto tempo ancora staremo zitti e a cuccia?
Ma sì, dai, aspettiamo ancora, crediamo ogni giorno a nuovi alibi, abbocchiamo a ogni rassicurazione.
Fumi innocui. Missili ecologici. Polveri riciclabili.
Poi alle manifestazioni ci andremo con carrellino dell’ossigeno e flebo di chemio.
E con le foto dei nostri bambini.Pier Franco Devias