L’anno scorso, di questi tempi, iniziavamo il nostro articolo sul murale di Piazza Sanna, così: “Non sempre tutto è spiegabile razionalmente. Talvolta le cose succedono perché un gruppo di amici vuole che succedano. È questo ciò che è successo a San Gavino..”.
Ed è risuccesso.
Questa volta è servito meno tempo per regalare al nostro paese “Eleonora”, un’opera senza eguali. Il murale realizzato dall’ormai storico gruppo di amici capitanati da Giorgio “Jorghe” Casu, ha una superficie di circa 150 mq, ed è stato realizzato materialmente in sei giorni, dall’installazione del ponteggio alla messa in posa del trasparente protettivo, entrambe le cose gentilmente offerte da due ditte.
Qualche settimana dopo l’inaugurazione, avvenuta il 18 settembre, abbiamo incontrato Jorghe per scoprire da vicino, i segreti che avvolgono l’ormai nostra “Eleonora”.
L’opera non vuole essere un ritratto ma una rappresentazione ispirata e arricchita da alcuni elementi caratterizzanti la figura della giudicessa d’Arborea, anche perché la rappresentazione del suo volto è presente solamente in un’unica piccola scultura all’interno della Chiesa di San Gavino. La tecnica utilizzata ricalca lo stile di un’altra opera dell’artista sangavinese: “Marlene”.Il murale è stato realizzato con la tecnica classica a pennello. Il volto di “Eleonora” è un vero e proprio mix di tendenze che hanno caratterizzato il nostro paese e la carriera artistica di Giorgio Casu: l’illustrazione francese di inizio ‘900 di Mocha, la polacca Tamara de Lempicka, il tattoo moderno, la caricatura e lo stile carnevalesco, la street art berlinese e il manga giapponese.
Non una sardità a tutti i costi ma un’elaborazione di cui la cultura sarda, attualmente in divenire, si arricchisce. Entrando nei dettagli scopriamo che il volatile che si posa sulla spalla di Eleonora è il Falco della Regina conosciuto in tutto il mondo come “il Falco di Eleonora”, la celebre cicatrice sul volto è rappresentata dall’etnografica moderna formata da diversi triangolini che ripercorrono la nostra cultura, li troviamo infatti nei tappeti e nei lavori in legno della nostra zona, mentre il tatuaggio presente sul braccio di Eleonora, è una rivisitazione del simbolo “Giudex Arboree” ottenuto grazie all’ottimo lavoro di alcuni grafici e tatuatori anch’essi grandi artisti di San Gavino.
Nell’opera spicca lo zafferano, tenuto in mano dalla giudicessa vissuta oltre seicento anni fa, simbolo della cultura del nostro paese, e elemento che ha dato lustro al nostro territorio. L’opera, inizialmente prevista senza sfondo, è stata arricchita da un colore nero, valorizzato da tante figure geometriche che riportano alla mente la geometria sacra. All’interno di questo sfondo nero, sono state inserite delle api, precisamente le “tre api”, simbolo di perfezione e che furono usate da Napoleone per indicare il suo potere, che qui noi ricolleghiamo ad Eleonora. Questi piccoli ma preziosi insetti, sono inoltre da sempre simbolo di operosità e congregazione, elementi cardine nella realizzazione del murale, al quale hanno collaborato anche diversi apicoltori sangavinesi ben felici di omaggiare l’opera con questa raffigurazione.
Tra i tanti, in conclusione, sono due i tocchi finali chi ci piace condividere coi nostri lettori: l’ultimo giorno di lavoro è stata inserita nel murale le costellazioni presenti nel cielo in quel preciso momento, cosa già fatta da Giorgio in un’opera in Messico, poi, sono stati inseriti dei segni, dei riconoscimenti chiamati “legacy” presenti anche nel murale realizzato l’anno scorso dal gruppo, per far risaltare il collegamento delle due opere, che si pongono come obiettivo principale quello di far rivivere San Gavino Monreale da un punto di vista artistico, culturale e soprattutto di comunità. Per gli altri segreti e curiosità del murale, siamo convinti che ognuno possa trovare da sé le risposte: lasciamo volentieri spazio alla vostra immaginazione.
Luca Fois