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Il nuovo libro di Antonio Casti

Si intitola “Il Castello nella Contrada di Monreale” l’ultima opera di Antonio Casti. Il libro edito da Maura Editrice e pubblicato nel giugno 2015, si apre con la prefazione di Massimo Rassu e si divide fondamentalmente in tre parti: la Contrada, il Castello e i Catalano Aragonesi.

Il Castello nella Contrada di Monreale

Nella prima parte troviamo appunto la descrizione della Contrada del Monreale, partendo dal territorio e l’economia arrivando alla popolazione e alla rete viaria senza trascurare l’importante aspetto della difesa dei villaggi e del confine di cui il Castello è un importane protagonista. La seconda parte è dedicata prettamente al Castello, dalle ipotesi sulla data di edificazione alla descrizione della struttura passando per la celebre domanda “il Castello apparteneva a Sardara o a San Gavino?” per arrivare poi alla guerra con gli aragonesi e la battaglia di Sanluri del 1409.

La terza parte invece verte sulla dominazione catalano aragonese subita dal territorio del Monreale, periodo nel quale il castello passò in diverse mani, rendendo protagonisti della vicenda personaggi come il cavaliere catalano Garcia Ferrera, il conte Berengario Carroz, Guillerm Ramon de Montcada, Simone Roig e Leonardo Alagon.

Successivamente ebbe inizio la fase del progressivo e inesorabile declino del Castello, la perdita di rilevanza strategica e il suo totale abbandono dopo aver rivestito per secoli un importante, decisivo e glorioso ruolo nelle vicende della Sardegna.

Chiudiamo facendo nostre le parole di chiusura della prefazione di Massimo Rassu: “Antonio Casti dona l’occasione di fermarsi, interessarsi, avvicinarsi in maniera attenta e tecnicamente motivata alle problematiche della definizione storica delle componenti di un ancora oggi paesaggio denso di natura e di storia, e sprona il desiderio di capire di più, di osservare quanto sopravvive, di partecipare alla bellezza ed al significato profondo ed inesprimibile del vento, del profumo della macchia, della bellezza indescrivibile del cielo sardo che incontra la terra”.

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