La tradizione orale riporta le voci secondo le quali sotto l’area della chiesa di San Gavino Martire ed il castello di Monreale ci siano dei cunicoli segreti: è una bufala o è verità?
Per quanto riguarda il Castello di Monreale, si racconta che lì vivesse un signore tanto ricco quanto avaro: per recarsi ad Oristano passava per una galleria che collegava il castello con la città e di cui solo lui conosceva l’esistenza. Il passaggio era disseminato di trappole mortali per colpire chi si fosse avventurato all’interno; la prudenza di questo signore avido non aveva nessun limite: si dice che per percorrere la galleria rivoltasse gli zoccoli del proprio cavallo
, in modo tale che – se qualcuno avesse anche solo tentato di seguirlo – avrebbe di sicuro perso le tracce, non potendo capire in quale direzione fosse andato. Si narra che i sotterranei esistano ancora, e che ogni notte il suo fantasma si rechi per contare le monete del tesoro.Diverse leggende affermano che pure Eleonora d’Arborèa usasse questi passaggi per muoversi di nascosto. Non esiste nessuna prova archeologica di tutto questo, anche perché gli scavi e gli studi sul castello sono stati molto numerosi a partire dalla seconda metà degli anni ’90; vicino ai piedi della cinta muraria del castello però, esiste una fontana molto antica (il pozzo di Ortu Cossu): i sardaresi gli attribuiscono la funzione di accesso al cubicolo sotterraneo che immetteva nel castello.
Per quanto riguarda la zona circostante la chiesa di San Gavino Martire la tradizione è ben più numerosa: inequivocabili tracce di un passaggio sotterraneo andavano da quello che potrebbe essere il vecchio monastero delle monache fino alla chiesa di Santa Severa. Esso si dipartiva dall’atrio della funtana de santa sera
per quasi 500 metri, in aperta campagna; superando il flumini mannu, si immetteva nella boscaglia, fungendo da rifugio e via di scampo dalle incursioni nemiche.La memoria vuole che questa via segreta venisse usata dalle monache benedettine, e addirittura da Eleonora d’Arborèa: la giudicessa-reggente, secondo sempre la leggenda e le voci popolari, dimorava in un edificio a ridosso del muro di recinzione del vecchio cimitero. Quando voleva recarsi in chiesa, usava il passaggio interrato.
Tracce di questo cunicolo erano visibili fino al secondo dopoguerra, e molti ragazzi andavano lì per giocare e divertirsi; ci sono anche alcune testimonianze di operai che eseguirono dei lavori nella zona: essi affermano che dietro l’abside si vedeva la sagoma di una porta da cui dipartiva un fantomatico passaggio.
Se per il Castello di Monreale è possibile affermare che la presenza di un passaggio sotterraneo sia una leggenda, diversa è la questione per la chiesa di San Gavino Martire: le testimonianze orali ed alcune evidenze archeologiche possono farci dire che esista un qualche fondo di verità.
Alberto Serra
Per approfondire
AAVV, Luoghi ed esseri fantastici della Sardegna, 1991.
CASTI A, Lionnora in santu ‘Engiu, 2012.
Alberto Serra.