Pubblichiamo integralmente la lettera aperta scritta da Claudio Seda
, presidente dell’associazione di volontariato Euro 2001, che opera nel territorio sangavinese prestando anche servizio come Protezione Civile .Nel mese di Luglio abbiamo inviato all’amministrazione comunale (maggioranza e minoranza), e per conoscenza alla Presidenza della Regione e all’Assessorato all’Ambiente, una lettera nata da una profonda riflessione in merito al volontariato e ai rapporti con l’amministrazione locale. Sono passati sette mesi e non abbiamo riscontrato nessun segno di miglioramento o interesse verso il lavoro che svolgiamo in maniera gratuita per la comunità dal 1992.
Ripropongo i punti salienti della lettera con qualche nuova riflessione, scaturita in questi ultimi mesi: “L’associazione Euro 2001 di San Gavino M.le, non riesce più a garantire il servizio antincendio a causa delle spese che dobbiamo affrontare. Tra le voci più onerose l’aumento dei costi del carburante, i dispositivi di protezione individuale (DPI), le manutenzioni dei mezzi. Non sarà più possibile proseguire su una strada che vede solo l’associazione di volontariato farsi carico di costi e responsabilità. Purtroppo necessità una presa di coscienza da parte di tutti, enti locali compresi. L’esiguo contributo che viene proposto all’associazione non consente più di sostenere questo servizio che necessita di risorse maggiori. I volontari prestano gratuitamente il loro tempo e la loro professionalità garantendo il controllo del territorio con una mirata prevenzione e dove c’è necessità si adoperano per spegnere gli incendi boschivi in maniera tempestiva ed efficace. Il merito dei volontari è la disponibilità, il senso di altruismo e la volontà di operare disinteressatamente per la propria comunità; il forte senso di appartenenza alla propria struttura operativa e al lavoro di squadra”.
Dopo la lettera di cui ho citato solo una parte, ci sono stati numerosi incontri con l’amministrazione comunale e numerose promesse e strette di mano che nel tempo si sono rivelate prive di fondamento. Abbiamo firmato una convenzione che è stata rispettata da ambo le parti, tranne che per le parole non scritte, a cui l’associazione ha voluto dare fiducia. Abbiamo protratto la campagna antincendio anche dopo la data indicata dalla convenzione, proprio per garantire un servizio efficace alla comunità.
A fine campagna l’associazione ha dovuto mettere di tasca sua gran parte dei soldi per il carburante, pagare tutte le visite mediche e le divise per garantire la sicurezza dei 7 volontari impiegati per garantire la copertura giornaliera della campagna antincendio. Questo modo di relazionarsi con il volontariato non è più tollerabile, prestiamo gratuitamente la nostra opera ma non possiamo mettere di tasca denaro per supplire alle mancanze della pubblica amministrazione. Abbiamo terminato la campagna a fine Ottobre, dal giorno dopo ci siamo adoperati per la stesura di un piano di protezione civile ad hoc per il nostro comune che ne è sprovvisto. Abbiamo sollecitato più volte l’amministrazione ad un incontro per pianificare e dettare le linee guida di un piano snello ma efficace.
Come associazione abbiamo svolto un corso intensivo proprio sul rischio idrogeologico e sui piani di protezione civile, quindi arricchiti di un nuovo bagaglio di esperienze, volevamo fornire il nostro gratuito supporto per far si che anche San Gavino potesse avere un piano di protezione civile. C’è stata un’unica riunione con l’amministrazione che lasciava ampio spazio alla collaborazione e alla continuità del discorso intrapreso sulla prevenzione del dissesto idrogeologico. Tante promesse e nessuna concreta azione, noi abbiamo fatto la nostra parte, abbiamo proposto un piano speditivo di protezione civile, abbiamo addirittura svolto un’indagine conoscitiva sui corsi delle acque del nostro territorio. Il piano di protezione civile non può essere un tomo di mille pagine da lasciare nel cassetto, deve essere di semplice consultazione e di rapido utilizzo, ma soprattutto va diffuso tra la cittadinanza che deve sapere di vivere in una possibile situazione di pericolo e di poter affrontare gli eventi calamitosi con sangue freddo e sicurezza.
Abbiamo più volte indicato la necessità di avere il COC, il centro operativo a supporto del Sindaco, autorità di protezione civile, per la direzione ed il coordinamento dei servizi di soccorso e di assistenza alla popolazione. Pensare che il piano di protezione civile sia affidato al di fuori del nostro Paese, attraverso l’unione dei comuni, senza interpretare chi nel territorio conosce le problematiche, le defezioni e le molteplici peculiarità è una idea assolutamente sbagliata. La situazione di San Gavino non è uguale a quella degli altri comuni e vice versa, per questo ci siamo impegnati per avere un piano nato dalla discussione all’interno di chi nel nostro comune abbia le carte in regola per redarlo. Non ci piace essere al centro dell’attenzione, non pubblichiamo le foto dei nostri servizi per far vedere che siamo operativi, lavoriamo dietro le quinte da ben 20’anni e siamo un’ossatura importante per la comunità soprattutto per le persone indigenti che necessitano di aiuto.
Siamo sempre stati presenti per le raccolte fondi in sostegno della ricerca, presenti per le manifestazioni e per gli eventi sportivi e culturali, presenti la dove la pubblica amministrazione non arriva, il tutto in maniera gratuita e volontaria. Ma non per questo dobbiamo essere raggirati o arginati da chi dovrebbe riconoscere il nostro valore e la nostra importanza a livello sociale nella comunità. Abbiamo l’affetto della popolazione e questo ci invoglia ad andare avanti, ma certi errori possono essere evitati, soprattutto quando si ha da fare con dei volontari anche disoccupati che rischiano la vita per garantire la sicurezza di tutti, senza aspettarsi niente in cambio, con spirito di sacrificio e buona volontà. Noi chiediamo con fermezza che venga attuata una convenzione annuale con l’amministrazione come in tanti altri comuni limitrofi. Una convenzione che preveda la campagna antincendio, gli interventi di protezione civile e quelli legati alla sanità e alla pubblica assistenza.
Senza una convenzione messa nero su bianco, non potremmo garantire del tutto i servizi che portiamo avanti con spirito di sacrificio. L’amministrazione aveva proposto un capitolo di bilancio solo per la protezione civile, invece ci troviamo equiparati ad altre associazioni e ad altre realtà che hanno ben poco da spartire con il nostro operato, sia in termini di competenze sia in termini di produttività. Restiamo a disposizione per chiarimenti e confronti, come sempre, in attesa di un riscontro da parte dell’amministrazione locale.
Il Presidente Claudio Seda