Alessandro Deiola, classe ’95, domenica si è preso la soddisfazione di segnare il primo gol tra i professionisti. Ma il giocatore sardo ammette: «Sono contento per aver segnato, ma avrei preferito vincere e non fare gol».
Una rete di ottima fattura la sua, che merita di essere raccontata dal diretto interessato «Ho ricevuto un cross da destra mi sono inserito al centro dell’area, e ho concluso di prima intenzione dopo essermi liberato bene dal mio avversario diretto».
Giocatore versatile che riesce ad esprimersi bene in tutti i ruoli nella scorsa stagione alla Primavera del Cagliari come difensore centrale, per poi passare mediano. In queste prime partite con Alvini è stato impiegato sia da centrocampista di sinistra che di destra, evidenziando buone doti: «Sono stato sempre abituato ad adattarmi – osserva Deiola – in tutti i ruoli e cerco sempre di farlo al meglio».
Per il Tuttocuoio è arrivata la prima sconfitta sul terreno del “Melani” di Pistoia: «Prima o poi doveva accadere – sottolinea il calciatore sardo – peccato perché non lo meritavamo; abbiamo disputato un’ottima partita. La sconfitta ci può far bene, per cercare di non ripetere gli errori fatti contro la Pistoiese. Sicuramente affronteremo la partita di sabato contro il Santarcangelo con maggior cattiveria agonistica».
Tornando a Deiola c’è chi lo conosce benissimo come il consulente di mercato Davide Porru che afferma: «Sono convinto che il gol di Alessandro non è un caso, ne segnerà altri. Ha doti balistiche di primo livello e con l’allenamento potremo rivederlo spesso in zona gol. Il ragazzo ha grande umiltà e capacità di adattamento: ha tutto per poter far bene. Il Cagliari lo segue con molto interesse; lo ha mandato al Tuttocuoio perché qui può sbocciare definitivamente. Aveva altre possibilità anche in serie B ma avrebbe rischiato di non giocare, e lui per la sua struttura fisica non può assolutamente rimanere fermo a lungo».
Insomma un ragazzo che può far bene in un ambiente tranquillo come quello di Ponte a Egola, e sotto la guida di Massimiliano Alvini non può che crescere.
Fonte: Stefano Scarpetti, Il Tirreno