La controversa storia del teatro/anfiteatro comunale di San Gavino Monreale (attualmente costituito dallo storico teatro delle ex scuole elementari di via Dante e dall’ imponente anfiteatro all’aperto da più di 1200 posti), si arricchisce oggi di un nuovo colpo di scena.
Un complesso culturale che “festeggia” in silenzio i suoi 30 anni di vita, lontano dalla sua comunità e dal suo pubblico, ricoperto dalla polvere e dalle erbacce, nell’attesa di una futura quanto utopica gestione che possa finalmente portarlo al suo reale splendore; gestione che purtroppo non è venuta ancora alla luce e che fatica a manifestarsi, come dimostrano gli ultimi avvenimenti a riguardo.
Dopo più di un decennio di lavori, di adeguamenti strutturali e di collaudi, arriva finalmente nel luglio 2011 la tanto sospirata inaugurazione dell’anfiteatro e l’apertura al pubblico dell’intero complesso. Tale momento conclusivo, avrebbe dovuto sancire l’avvio delle molteplici attività artistiche ed iniziative culturali, attraverso la gestione diretta del Comune, rendendo così San Gavino Monreale un prestigioso polo culturale di riferimento per tutto il territorio del Medio Campidano ed oltre, non solo un mero contenitore culturale per la sua comunità, ma un motore di traino per l’economia del paese e fautore della sua identità.
Gestire tutti questi spazi però (ivi compreso l’anfiteatro), avrebbe richiesto ulteriori notevoli sforzi, non solo di tipo economico.
Fu così che, già dal 2010, sulla base delle esperienze pregresse, il pensiero di un organismo esterno e dunque la concessione a terzi, si palesò nelle menti dell’ex amministrazione comunale come soluzione più plausibile, soprattutto per alleggerire il bilancio dai già ingenti costi relativi alla gestione diretta e per consentire la fruibilità costante della struttura al pubblico, attraverso un opportuno piano promozionale e di rilancio.
Subito dopo, venne avviato il progetto di creazione di una fondazione ad hoc che lavorasse direttamente per il teatro ma, non si sa il perché, questo tentativo non fu portato a termine. Restano oscuri perciò i motivi per cui, al tempo, non fu indetta una gara d’appalto per la sua concessione.
Nel mentre, di lì a poco, l’attività artistica del teatro sarebbe stata interrotta da una serie di problematiche tecniche e logistiche venute a galla successivamente, prima fra tutti l’inagibilità della struttura dovuta al mancato rilascio del certificato di prevenzione incendi, previsto dalla legge e fondamentale per garantire la sicurezza. Pertanto, nel 2013 la fruizione parziale del teatro, con una programmazione già a singhiozzo e limitata, viene interrotta definitivamente.
Solamente nel febbraio 2014, il teatro sembrerà riprendere vita per qualche mese con una mini stagione di 4 spettacoli, ed invece il sipario è nuovamente calato sulla vicenda.
Oggi, con il fallimento della gara d’appalto relativa alla gestione artistica e tecnica, pubblicata nel maggio 2014 e andata miseramente deserta, tutto è nuovamente in discussione.
C’è da chiedersi: quali potrebbero essere le soluzioni alternative percorribili, visto che gli attuali tentativi di affidamento “in toto”, con relativi costi annessi, finora non sono andati a buon fine?
Visti i recenti tagli alla cultura, la recessione che impazza e la chiusura forzata di tante attività commerciali locali, quale organismo di gestione esistente sarebbe disposto ad effettuare notevoli investimenti sul nostro teatro, senza garanzie e con i requisiti rigidi richiesti dal Comune? Ma soprattutto, il ruolo decisivo che potrebbero avere i tanti giovani sangavinesi, considerando l’attuale livello di disoccupazione, perché non viene preso in considerazione? Perché non si da voce alle tantissime associazioni di giovani sangavinesi che con grande impegno e forza di volontà potrebbero far ripartire il motore del nostro teatro?
Attendiamo novità. Da un po’ di tempo a questa parte, si costruiscono imponenti strutture di spettacolo, con enormi capienze di pubblico e capaci di ospitare grandi produzioni ed allestimenti (un esempio su tutti, il teatro comunale di Monastir), ma poi si trascura il fatto ben più importante di come mantenerle in vita attraverso una efficace gestione e di come incentivare, promuovere e finanziare la cultura teatrale, affinché le persone partecipino a questa meravigliosa esperienza umana.
La cultura è parte della vita di tutti noi, un vero e proprio bisogno primario, ed il teatro non è che una meravigliosa scatola magica, ma senza coloro che lo rendono vivo (le persone), è solo e soltanto una scatola vuota.
Pierluigi Caròla