Un passato glorioso, un presente un po’ grigio, più che biancorosso. Questa in estrema sintesi la storia recente della Monreale, che attualmente milita nel campionato di Seconda Categoria. Attualmente i punti all’attivo sono 24 dopo un entusiasmante filotto di tre vittorie consecutive. Come simbolo di ciò che è stata e può essere la Monreale abbiamo scelto l’allenatore, Nicola Piras, certo della salvezza della sua squadra. “Alla chiamata della Monreale non ho saputo dire di no, per me è un grande orgoglio allenare la squadra del mio paese, avrei voluto giocarci ma non è mai stato possibile per tanti motivi” ci tiene a precisare Nicola.
Ma quali sono stati i maggiori problemi nel rientrare a San Gavino?
“Nella realtà attuale purtroppo il calcio sta attraversando momenti difficili dal punto di vista economico, a volte si ha difficoltà ad allestire una squadra. Bisogna tirare su i giovani del settore giovanile. Sarebbe bello avere una squadra in Eccellenza come lo è stato anni fa, ma bisogna capire in fretta che quei tempi sono passati”.
Dopo 22 giornate la Monreale non può definirsi di certo salva, ma notiamo tanta positività, come mai?
“La positività deriva dal fatto che alleno un gruppo di ragazzi fantastici che sono molto uniti tra loro e che hanno capito di non essere inferiori a nessuno, hanno capito che possono essere utili anche per cinque minuti di gara, hanno capito che io mi fido di tutti allo stesso modo, ma soprattutto hanno capito che non conta chi scende in campo, ma come si scende!”
Tralasciando i risultati, a oggi, ti senti soddisfatto del lavoro fatto?
“Oggi più che mai posso dire che la squadra ha un’identità sia tattica che sul piano del gioco e non dimentichiamoci che la squadra è completamente cambiata rispetto all’anno scorso. Per quanto mi riguarda credo di avere già raggiunto l’obiettivo e cioè di essere credibile. Non mi sento di fare nomi ma vorrei dire grazie alla società tutta a partire dal presidente per il supporto”.
Ci auguriamo quindi di portare fortuna alla Monreale e a Nicola, sperando ben presto che il calcio sangavinese torni a calcare certi palcoscenici che rendono sicuramente merito ai tanti talenti calcistici del nostro paese. Insomma se il presente è un po’ grigio più che biancorosso, che almeno il futuro sia roseo.
Nicola è cresciuto calcisticamente prima nella Santos poi nell’Ambrosiana per passare a quattordici anni nella Polisportiva. All’epoca la prima squadra era in Seconda Categoria, qualche anno dopo l’esordio in “prima” a sedici anni ma seguì il fallimento societario.
Ci fu la diaspora di tanti sangavinesi (proprio come oggi) e Nicola iniziò a girovagare: Guspini, Pabillonis, Serrenti, Uta, Decimoputzu e Villasor. Ed è proprio a Villasor che inizia ad allenare, prima i ragazzi poi la prima squadra del San Biagio. Nel 2013 col patentino “Uefa B” in mano le occasioni non mancano e arriva la chiamata della Monreale.
Fonte: Luca Fois, Comprendo