Il “ladiri” (“lardiri” oppure “lardini” a seconda della zona del Campidano) è il tipico mattone di terra cruda che tutti conosciamo, in quanto materia prima con cui venivano edificate le case in tutto il sud della Sardegna.
Qualche mese fa vi abbiamo presentato il Laboratorio di “Fabbricazione dei Mattoni di Terra Cruda” dell’associazione Qedora, che ci ha aiutato a ricordare quanto questa tecnica sia radicata nel cuore dei sangavinesi.
Vi lasciamo alle parole e alle foto di Antonio Perra, che ha realizzato una galleria fotografica a San Gavino Monreale.
Da bambino ho avuto modo di conoscere e di vedere come si faceva il “mattone crudo” cosidetto “lardini” dalle parti di Oristano e frazioni.
Si cercava un terreno possibilmente composto da terra di tipo argillosa, i cosidetti “mattoni crudi” si faceva e si realizzavano sul posto, si predisponeva il mucchio di terra da impiegare e ancora asciutta si mischiava della paglia la quale faceva da legante,in seguito si aggiungeva dell’acqua mai abbondante in quanto non doveva sgranare la terra, si mischiava tutto l’insieme non con mezzi meccanici ma con le pale ma sopratutto con i piedi, si calpestava fino a quando non si otteneva un impasto consistente a piacere degli esperti.
Alla realizzazione de su “ladrini” partecipavano intere famiglie sopratutto “sa picciocalla” veniva impiegata a calpestare l’impasto. Era certo che i fanghi ai piedi te li facevi senza andare alla mutua. I grandi pensavano ai lavori pesanti e a “sbuidai croccorigasas de biu“. Prima di produrre il primo “lardini” si spianava li vicino un’area abbastanza grande per deporre con le formine i relativi manufatti. Una volta iniziati a sfornare i pezzi, si riempivano le formine e con dei movimenti sincronizzati e veloci si occupava tutta l’area spianata di mattoni “de lardini”.
Questi non venivano spostati se non dopo asciugati al sole e all’aria aperta. Dopo la loro avvenuta essicazione venivano accatastati centinaia, migliaia di mattoni crudi pronti ad essere impiegati per la costruzione di una nuova casa.
Ecco una carrellata eccezionale di fotografie. E’ un peccato vedere come tante case stiano crollando sotto il peso degli anni: tante sono transennate proprio a evidenziarne lo stato di abbandono.