Il centro abitato di San Gavino Monreale, com’è tutt’oggi, è un agglomerato di tanti piccoli insediamenti sparsi, che nel corso dei secoli si sono uniti per poi formare l’attuale paese.
Anticamente – a partire dal periodo Nuragico e poi quello punico e romano – erano presenti tanti piccoli insediamenti, che sono giunti a noi attraverso alcune scoperte archeologiche e i toponimi orali: Perdas Longas, Nuraci, Nuratzeddu, Ruinas Mannas, Ruineddas, Nuraxi Procedda, Su codd’e is Umbus, Giba Onidi e Cuccuru casa.
Nelle aree connotate con questi nomi sono stati trovati una serie di reperti, quali menhirs, betili, officine, resti di tombe e lapidi tombali (come quella ritrovata in località Giba Onidi del console “Silvanus Tantillianus”) e la necropoli di Via Vittorio Veneto.
Caduto l’Impero Romano d’Occidente (476 D.C) la Sardegna divenne prima territorio dei Vandali, poi fu ripresa dalla potenza bizantina. Non si sa di preciso cosa avvenne agli insediamenti precedenti, ma probabilmente l’impero bizantino riorganizzò il territorio sardo, tanto da far nascere piccoli agglomerati rurali che vanno sotto il nome di domus o cortes: a testimonianza di questo fatto è il fiorire di toponimi quali corte sinnaregu, corte stevini e corte sipari.
Quando divenne effettivo il potere giudicale nell’isola, e quando le fonti divengono più numerose e sicure per ricostruire con una certa precisione la storia di San Gavino, ecco che appaiono due grossi insediamenti nel nostro territorio comunale: la villa di San Gavinus e quella di Funtana Fenugu (chiamata anche Ecclesia Fontana de Urgho).
Questi villaggi erano due entità completamente indipendenti l’una dall’altra: San Gavinus era un villaggio nato – secondo la tradizione – dall’unione di tre villaggi distinti, Nuratzeddu, Ruinas Mannas e Ruineddas, confluiti attorno alla chiesa di San Gavino Martire per scampare alle guerre portate dagli arabi, che poi avrebbe dato anche il nome alla villa.
Funtana Fenugu invece fu un centro che rimane ancora un mistero: sappiamo – dalla toponomastica – che si trovava verso la strada che porta a Guspini (probabilmente nella zona chiamata bia de santa sera e bia de s’atzaxia).
Dei due grossi insediamenti la storia portò maggior fortuna a San Gavino: la villa infatti continuò ad espandersi, raggiungendo e inglobando zone sempre più vaste; dall’antico centro posto nella zona della chiesetta, si spostò verso Ovest, nella zona della chiesa di Santa Chiara e poi di Santa Croce, che è oggi conosciuta come su bixau de Oristanis.
Espandendosi invece verso Sanluri, la abitazioni si trovavano nella zona chiamata bia de casteddu, una zona importante perché posta a confine tra il Giudicato d’Arborea, dentro il quale si trovava il nostro paese, e quello di Cagliari. Funtana Fenugu invece scomparve, sorte che toccò probabilmente anche agli altri piccoli centri delle corti, per colpa delle continue guerre che quel territorio subì a partire dalla seconda metà del XIV secolo, lasciando traccia solamente nella toponomastica sangavinese.
Fonte: Alberto Serra
Per approfondire:
AA.VV, Appunti storici su San Gavino Monreale.
ANGIUS – CASALIS, Dizionario geografico, storico, statistico, commerciale degli stati di S.M il re di Sardegna.
CASTI A, Sa Bidda de Santu ‘Engiu in sa curadorìa de bonorcili pustis in sa baronia de murriali.
CASTI A, Nòsu santuingèsus.
CASTI A, Lionnòra in satu ‘engiu.
TERROSU ASOLE A, L’insediamento umano medioevale e i centri abbandonati tra il secolo XIV ed il secolo XVII.