Wikipedia oggi ci ricorda che il 1° dicembre del 195 5 a Montgomery (Alabama), la sarta Rosa Parks si rifiuta di cedere il posto sull’autobus ad un uomo bianco e viene arrestata per aver violato le leggi di segregazione razziale.
Quel giorno, a Montgomery, Rosa stava tornando a casa in autobus e, poiché l’unico posto a sedere libero si trovava nella parte davanti del mezzo, quella riservata ai bianchi, andò a sedersi lì. Poco dopo salirono sull’autobus alcuni passeggeri bianchi, quindi il conducente James Blake le ordinò di alzarsi, cedere il posto a un bianco e andare nella parte riservata ai neri, come imponeva il regolamento. Rosa però si rifiutò di lasciare il posto a sedere e spostarsi nella parte posteriore del pullman: stanca di essere trattata come una cittadina di seconda classe (per giunta costretta anche a stare in piedi, visto che di posti a sedere non ce n’erano) rimase al suo posto. Il conducente fermò così l’automezzo, e chiamò due poliziotti per risolvere la questione: Rosa Parks fu arrestata e incarcerata per condotta impropria e per aver violato le norme cittadine. Da allora è conosciuta come “the woman who didn’t stand up” (“la donna che non si alzò”).
Quella notte, cinquanta leader della comunità afro-americana, guidati dall’allora sconosciuto pastore protestante Martin Luther King si riunirono per decidere le azioni da intraprendere per reagire all’accaduto, mentre c’erano già state le prime reazioni violente: il giorno successivo incominciò il boicottaggio dei mezzi pubblici di Montgomery, protesta che durò per 381 giorni; dozzine di pullman rimasero fermi per mesi finché non fu rimossa la legge che legalizzava la segregazione. Questi eventi diedero inizio a numerose altre proteste in molte parti del paese. Lo stesso King scrisse sull’episodio descrivendolo come “l’espressione individuale di una bramosia infinita di dignità umana e libertà” e aggiungendo che Rosa “rimase seduta a quel posto in nome dei soprusi accumulati giorno dopo giorno e della sconfinata aspirazione delle generazioni future”.
Perché vi raccontiamo questa storia? Per ricordarci come tanti comportamenti xenofobi che sembrano “normali” in un dato momento storico, siano poi giudicati come assurdi e scandalosi anni dopo. Così come negli anni ’50 era normale relegare i neri per legge negli ultimi posti degli autobus, così adesso sembra normale poter augurare la morte, incitare all’odio, invocare la morte a persone con una diversa etnia, religione, cittadinanza.
Noi, come Rosa Parks, in questo 1° dicembre ci ribelliamo al razzismo.