Avrete spesso sentito parlare della “fuga di cervelli” di cui è vittima l’Italia già a partire dal 2008, quando, una delle peggiori crisi economiche della nostra storia ha iniziato a falcidiare tutti i settori della nostra economia facendo morire in questo modo aziende, e con esse, centinaia di migliaia di posti di lavoro.
Ed i laureati? Molti di loro, spesso i più validi, sono costretti ad emigrare all’estero per trovare posti di lavoro (e retribuzioni) all’altezza delle loro capacità ed aspettative. Il flusso maggiore è quello verso la Germania, seguita a ruota da Irlanda, Canada ed Australia.
La fuga dei cervelli rappresenta un danno, anche economico, tremendo per il sistema Italia che perde in questo modo ragazzi per i quali negli anni si è speso fiumi di soldi per la formazione nelle scuole pubbliche e nelle Università.
Si stima che in 13 anni il danno totale derivato dalla fuga di cervelli, sia dell’ordine di 4 miliardi di euro. Soluzioni? A livello politico non ci sono idee chiare su cosa fare.
Una possibile soluzione, suggerita invece dal mondo del lavoro, è quella che passa attraverso una maggiore “specializzazione” dei ragazzi. La laurea non basta, e per avere quel qualcosa in più che fa la differenza bisogna essere specializzati in settori specifici della propria disciplina.
Come specializzarsi? La via maestra è quella dei master, che però molto spesso richiedono la frequenza durante i giorni feriali della settimana, e quindi mal si sposano con il proseguimento di una attività lavorativa già in essere.
Oggi però, la specializzazione è alla portata anche di chi già lavora, grazie ai master di secondo livello online erogati dalle università telematiche.
Si studia da casa negli orari e nei giorni in cui è possibile farlo; in questo modo si conciliano studio, lavoro, famiglia e tempo libero nel migliore dei modi, ma soprattutto, attraverso un master riconosciuto in termini di legge, si ha una marcia in più per trovare prima occupazione (per chi non lavora) o per uno scatto di carriera (per chi già lavora).