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domenica, 22 Dicembre 2024

Morta dopo il parto, tutti assolti

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Archiviata dal Tribunale di Cagliari l’inchiesta sui ginecologi e l’anestesista: nessuna colpa. «Diagnosi difficile, ospedale non attrezzato per interventi cardiocircolatori»

Romina Vargiu
Romina Vargiu

Romina Vargiu è morta a trent’anni di parto a causa di una complicanza che non era possibile prevedere, difficilissima da diagnosticare e in ogni caso l’ospedale di San Gavino non è altamente specializzato per interventi di tipo cardiocircolatorio. Con questa motivazione il giudice per le indagini preliminari del tribunale di Cagliari, Giampaolo Casula, ha stabilito che i medici sangavinesi Carlo Tomasi, Alessandro Biggio (specialisti in ginecologia e ostetricia) e Tonio Sollai (anestesista) non hanno nessuna responsabilità nella morte della donna di Villacidro.

L’inchiesta giudiziaria era nata da un esposto-denuncia del marito della donna, Giovanni Schiavi, il quale sospettava che i medici non avessero affrontato correttamente l’emergenza in sala parto che aveva portato al dramma.

Erano stati i periti scelti dal Tribunale di Cagliari, i medici legali Francesco Paribello e Gabriele Finco, a spiegare al pubblico ministero Giangiacomo Pilia che nessuna colpa era da addebitare ai ginecologi e all’anestesista. In base all’autopsia, è stato stabilito che Romina Vargiu è morta per un’embolia cardiaca-polmonare acuta da liquido amniotico, non per una Cid (coagulazione intravasale disseminata, come sembrava nell’immediatezza del fatto).

«Una complicanza del travaglio e dell’immediato “post partum” – si legge nella sentenza del Tribunale di Cagliari – non riconducibile in alcun modo alla condotta dei medici che hanno avuto in cura la paziente e che purtroppo porta nel 20-40 per cento dei casi alla morte della partoriente».

Carlo Tomasi, primario del reparto di Ginecologia di San Gavino, ha ricevuto nei giorni scorsi l’ordinanza di archiviazione del Tribunale: «Resta il dolore per non essere riusciti a salvare la vita di quella donna. In un ospedale di Provincia si crea un rapporto personale con tutti i pazienti, non riusciremo mai a dimenticare quei momenti, tutti i tentativi di salvare la signora Romina purtroppo non andati a buon fine. Siamo soltanto riusciti a far nascere la bambina, che adesso è bellissima e sana».

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