Il viaggio per l’indipendenza della Sardegna di Doddore Meloni, presidente di Malu Entu, ha fatto tappa a San Gavino, dove ha incontrato il sindaco Gianni Cruccu. I due hanno avuto un colloquio cordiale, in cui sono stati affrontati i problemi dell’Isola. Doddore Meloni è in marcia per denunciare un diritto negato al popolo sardo: quello di poter esprimere la propria opinione, attraverso un referendum, sulla volontà dei sardi di essere indipendenti o meno dallo Stato Italiano.
Un referendum consultivo dal puro valore simbolico.
“La Regione ha sicuramente commesso un autogol clamoroso – sostiene il sindaco Gianni Cruccu – ad impedire ai sardi di esprimersi. Probabilmente si temeva che dalle urne potesse saltar fuori il valore identitario dell’isola e dei sardi”. Doddore Meloni ha ringraziato pubblicamente il sindaco, “persona straordinaria, mi ha accolto e ha ascoltato le nostre ragioni e ha condiviso. Non capita spesso. In questo periodo abbiamo raccolto trentamila firme, un dato straordinario, con cinquantamila si fanno le leggi in parlamento, a noi non è stata data neanche la possibilità di esprimerci”.
Le disparità e il trattamento riservato a lei e Bossi, che può minacciare la secessione senza che nessuno intervenga, mentre se Doddore parla di indipendenza, il giorno dopo rischia di finire a Buoncammino.
“Semplice, lì c’è una regione dietro. Bossi ha il suo popolo alle spalle che crede in lui qua non è così”. Sono troppi i partiti indipendentisti? “No, nella democrazia le correnti non sono mai troppe. Se i sardi, anziché votare per i partiti nazionali, che dalla Sardegna prendono e basta, avessero votato per i partiti sardi, forse i continentali ci terrebbero in maggiore considerazione”.
Fonte: Fausto Orrù, Comprendo