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Ladri di biciclette

Ladri di biciclette
Ladri di biciclette

Colpevoli che si sentiranno colpiti, mi rivolgo proprio a voi, a nome di tutti i pendolari, studenti e lavoratori, quelli che una volta scesi dal treno, si dirigono verso la propria bici, stanchi e affamati, e la trovano “diversa” da come l’hanno lasciata e a nome di quelli che invece la bici nemmeno la trovano! Non parliamo di “Ladri di biciclette” il film di De Sica del ‘48, ma di vita reale contemporanea, che ha come registi un gruppo di simpatici visitatori del parcheggio della stazione ferroviaria di San Gavino.

Questo fenomeno verrebbe da chiamarlo piuttosto “vandali di biciclette”, perché la bici che ci porta ogni giorno da casa al lavoro, o da casa alla stazione, la ritroviamo spogliata dei suoi accessori, anche dei più banali ma indispensabili, come il sellino. Spesso capita che vi divertiate a rompere i manubri, scassinare i lucchetti, spegnere sigarette sui sellini e quant’altro. Provate a mettervi nei nostri panni, alzarvi all’alba, sfacchinare in bici fino alla stazione, viaggiare un’ora, lavorare otto ore, ritornare in un’altra ora e trovare l’unico mezzo per tornare a casa, distrutto o manomesso. Capisco che siate annoiati dalla degradazione del paese e dalla disoccupazione, ma ci sono tanti altri modi per ammazzare il tempo, compreso quello di dedicarvi a voi stessi e maturare.

Non sia mai che crescendo troviate un lavoro e, chissà, proviate quello che fate provare a noi pendolari ogni giorno!

Fonte: Polly Sanna, Comprendo

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