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Un popolo senza storia è come un albero senza radici: salviamo il pantheon degli Arborea.

Eleonora d'Arborea
Eleonora d'Arborea

Gli attivisti di ProgReS Progetu Repùblica della regione Campidanu in occasione del 602° anniversario de “Sa Battalla de Seddori” ed in concomitanza con la commemorazione della stessa che si svolge in questi giorni a Sanluri intendono denunciare l’inadeguatezza dei restauri e la scarsa valorizzazione di uno dei più importanti monumenti architettonici risalenti all’epoca Giudicale Arborense presenti sul nostro territorio: l’abside della chiesa di San Gavino Martire in San Gavino Monreale.

Nonostante l’elevatissima importanza storica, la rarità assoluta delle opere ed un restauro relativamente recente le sculture rappresentanti Eleonora d’Arborea e suo padre Mariano IV scolpite nei peducci pensili della volta a crociera nell’abside della chiesa, pur essendo in buono stato di conservazione sono oltraggiate e sminuite nella loro importanza dal posizionamento infelice e poco consono di cavi elettrici e di fari per l’illuminazione dell’altare e dell’abside medievale.

Le sculture presenti nel complesso, raffiguranti i Giudici di Arborea Mariano IV ed Ugone III, la Reggente del Giudicato Eleonora e suo marito Brancaleone Doria, furono individuate nella prima metà degli anni ottanta dal Professor Francesco Cesare Casula e sono una delle rarissime rappresentazioni degli Arborea risalenti al periodo Giudicale.

Mariano IV

L’unicità di quello che ormai è conosciuto come “Il Pantheon degli Arborea” è dovuta alla sistematica distruzione di effigi, stemmi e simboli Arborensi perpetrata dagli invasori catalano aragonesi dopo la sconfitta dei Sardi a Sanluri nel 1409, questo fa della raffigurazione di Eleonora l’unica rappresentazione d’epoca di uno dei personaggi più importanti dell’intera storia nazionale Sarda.

Ci si ritrova quindi nella situazione in cui gli elementi che dovrebbero essere al centro dell’interesse storico ed artistico dell’intero complesso, quelli che dovrebbero attrarre l’attenzione e che potrebbero fungere da fulcro identitario non solo per la città di San Gavino ma per tutti i Sardi, sono invece relegati a ricoprire un ruolo marginale e di scarso interesse contribuendo in maniera nulla alla valorizzazione del monumento stesso.

Invitiamo pertanto le autorità territoriali competenti, la soprintendenza del ministero dei beni culturali e la diocesi ad impegnarsi per risolvere una situazione indecorosa nei confronti sia del patrimonio artistico che di quello storico culturale di tutti i Sardi.
I “riflettori” dovrebbero essere puntati sulle effigi di Eleonora e Mariano IV e non deturparne la visione compiendo l’ennesimo sfregio alla storia della Sardegna.

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