Vivace riunione congiunta del Consiglio provinciale e di quelli comunali del territorio
Il nuovo ospedale si allontana, anzi se ne sono perse le tracce e sarà davvero difficile ritrovarlo. E così dal Medio Campidano riparte il tam-tam della mobilitazione generale contro la «decisione politica» della Regione di calare un velo sulla nuova struttura ospedaliera che dovrebbe sorgere al posto dell’inadeguato e obsoleto “Nostra Signora di Bonaria”. Avantieri sera a San Gavino, nel padiglione polivalente ai margini del parcheggio del vecchio ospedale, si è riaperto il fronte della protesta: consiglio provinciale e consigli comunali riuniti in seduta congiunta e aperta agli interventi esterni, fra i quali quelli dei consiglieri regionali Tarcisio Agus e Giuseppe Cuccu, del deputato Siro Marrocu e dei sindacati. Tutti si sono detti pronti a marciare su Cagliari, destinazione Consiglio regionale, «per ribadire le necessità sanitarie di un intero territorio».
Si diceva di un fronte comune per il nuovo ospedale, ma in realtà così non è. Alla convention per il rilancio della mobilitazione, organizzata dalla Provincia con l’assessore delle Politiche sanitarie Nicola Garau, è mancato l’apporto del centrodestra. Nessun esponente del territorio di quell’area politica (a tutti i livelli) ha risposto presente. Una motivazione c’era: si ipotizzava un tiro al bersaglio contro l’assessore della Sanità Antonello Liori e la giunta regionale – cosa che in parte c’è stata – e pertanto tutti hanno concordemente girato alla larga. Peccato, perchè in discussione c’era qualcosa di interesse generale per il Medio Campidano, a prescindere dalla collocazione politica. Lo stesso assessore Liori, invitato di persona dall’assessore provinciale Nicola Garau, ha declinato invece l’invito perchè «al momento non ho risposte concrete da dare».
Numerosissimi gli interventi nel corso del dibattito, tutti a senso unico: il nuovo ospedale è una priorità per il Medio Campidano, nessuno è disposto ad assistere passivamente allo scippo dei fondi che erano stati stanziati (prima 98 milioni di euro, poi scesi a 76), «a vantaggio di altri territori dell’isola politicamente più forti».
Ma i soldi non ci sono più, volatilizzati. Sono tornati a far parte di un pacchetto complessivo di 225 milioni di euro che dovranno essere ripartiti entro l’anno in tutta l’isola.
Impensabile che più di un quarto dell’intera somma venga destinata a finanziare la struttura ospedaliera mediocampidanese, i territori politicamente più forti (Cagliari e Sassari) lasceranno a quelli periferici tutt’al più le briciole.
Fonte: Luciano Onnis, 19/06/2011 – LA NUOVA SARDEGNA