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Andiamo a votare: è questione di un atomo

Referendum Nucleare
Referendum Nucleare
Tra i tanti eventi dei prossimi quindici giorni, quello che mi sta più a cuore è sicuramente il referendum consultivo sul nucleare in Sardegna. Forse non tutti sanno che il 15 e il 16 Maggio siamo chiamati al voto: purtroppo i media tradizionali non danno il giusto spazio a questo evento. ll quesito referendario sul quale esprimersi è: “Sei contrario all’installazione in Sardegna di centrali nucleari e di siti per lo stoccaggio di scorie radioattive da esse residuate o preesistenti?”. Il referendum regionale, proposto da diverse associazioni e indetto dal presidente della Regione Ugo Cappellacci, è esclusivamente consultivo.

Cosa significa “consultivo“? Significa che la Regione convoca gli elettori per sentire il parere popolare (non vincolante) circa una determinata questione politica. E’ doveroso quindi far sapere a chi ci governa se vogliamo o meno che vengano installate nella nostra terra delle centrali nucleari, in modo che in futuro tengano conto della nostra opinione. Voi vi starete chiedendo “Perché votare se il Governo ha bloccato il programma nucleare?“. Bella domanda, se non fosse che il governo non ha fermato nulla, ma ha semplicemente rimandato tutte le decisioni all’estate 2012. E’ una mossa strategica per evitare il voto sull’onda emotiva di Fukushima: il sospetto è che l’obiettivo sia il mancato raggiungimento del quorum per i referendum del 15 Maggio prima, e quelli del 12-13 Giugno poi (si vota anche sulla privatizzazione dell’acqua e sul legittimo impedimento). Se ciò avvenisse, sarebbe una tragedia: lo Stato Italiano potrebbe edificare le centrali nucleari in qualunque luogo definito “idoneo“: la Sardegna è già stata suggerita dagli esperti come “regione a basso rischio sismico“ ed è in cima alla lista dei possibili siti nucleari.

Su questioni così importanti non possiamo lasciare che siano gli altri a decidere per noi. Il 15 e il 16 Maggio, andiamo a votare: favorevoli o contrari, non importa. Quel che conta è far sapere la nostra opinione, in maniera che venga fatta la volontà del popolo. Votare è un diritto, ma in questo caso è un dovere: da questo voto dipende il nostro futuro e quello dei nostri figli.

Fonte: Simone Usai, Comprendo del 11/05/2011

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