Sino a trent’anni fa la talassemia era un flagello della Sardegna (in particolare del Medio Campidano, una delle zone più colpite da questa malattia), si registravano dai 100 ai 120 casi all’anno. E i pazienti non avevano una lunga vita: un malato su due moriva prima di arrivare ai 12 anni. Con l’avvento di campagne di prevenzione e della diagnosi prenatale il numero dei malati è calato drasticamente a 5-6 l’anno. Da venticinque anni l’Asl 6 è in prima linea nella prevenzione della talassemia.
Con l’informazione e la prevenzione l’azienda sanitaria di Sanluri è riuscita a ridurre al minimo il numero di nuovi casi. Da un quarto di secolo il centro trasfusionale dell’ospedale di San Gavino effettua screening e offre consulenza alle coppie. Ma la forza della prevenzione sta nella collaborazione con le scuole di tutto il Medio Campidano. Le classi interessate allo screening sono le terze medie. Aderiscono al test il 75 per cento degli studenti interessati.
«Ogni anno abbiamo ottime risposte, chi non partecipa allo screening solitamente è perché si è già sottoposto a questo tipo di esami. C’è una fattiva collaborazione con le scuole e la provincia. Le famiglie ritengono utile questo tipo di screening, che si svolge in tre fasi», afferma Salvatore Leanza, biologo del Centro trasfusionale dell’ospedale di San Gavino. Da settembre a dicembre il personale medico prende contatto con gli alunni con un primo incontro informativo a scuola. «Si sensibilizzano e si informano gli studenti con proiezioni dvd e si risponde alle loro domande e curiosità. Si discute di talassemia ma anche dell’importanza delle donazioni di sangue e di midollo osseo», spiega Salvatore Leanza. Tra gennaio e maggio, gli studenti, accompagnati dagli insegnanti, si recano al centro trasfusionale dell’ospedale ed effettuano il prelievo. «Questa fase è possibile anche grazie alla collaborazione con la Provincia e il Plus dei due distretti del Medio Campidano che si incaricano del trasporto», sottolinea il biologo. Nella terza fase oltre a diagnosticare i risultati dello screening, viene refertato se lo studente è affetto da favismo o da anemia per carenza di ferro. Negli ultimi 10 anni le medie documentate riscontrate sono: 11 per cento di talassemici portatori Beta, 33 per cento di talassemici portatori Alfa, 25-30 per cento di fabici.