Ho scelto un titolo dalle tinte forti per l’articolo di questo terzo numero di Comprendo. Dopo avervi coccolato con la fiaba di Natale, adesso una bella sferzata post-festività. Il bastone e la carota, insomma. La riflessione parte proprio da quello che vediamo accadere ogni anno nei periodi tra le feste, ed in particolare tra la Befana e Carnevale. Il vuoto cosmico, il nulla più assoluto. Come se il paese potesse prosperare solo grazie alle spese sotto l’albero (non credo che i commercianti vivano di quella rendita tutto l’anno) e come se i giovani potessero essere appagati per altri dodici mesi,dopo le belle iniziative del Centro Commerciale Naturale. Certo, direte voi, sta arrivando Carnevale, e i ragazzi si tengono impegnati nella costruzione dei tradizionali carri allegorici.
Se Pasqua è bassa il periodo di attesa è relativamente corto. Ma tra Carnevale e le iniziative successive (Notti bianche? Santa Chiara?) passerebbe comunque un lasso di tempo esagerato. Questo è il primo problema che – a mio avviso – rende San Gavino poco appetibile per chi cerca occasioni di svago tutto l’anno. Tutte le energie e le risorse del paese spese per due/tre iniziative ogni 365 giorni. Cercare di creare degli appuntamenti fissi e cadenzati, non troppo distanti l’uno dall’altro (mercatini, notti bianche, sfilate, mostre, e chi più ne ha più ne metta) potrebbe far rivivere le strade sempre più spopolate del nostro amato paese. Ma c’è davvero, da parte nostra, la volontà di fare qualcosa? Una mano misteriosa ci ha “multato” con l’accusa di non fare nulla per San Gavino. Vogliamo davvero dare ragione a chi ci accusa di apatia e svogliatezza? Sinceramente penso che ci meritiamo molto di più di questo: storicamente San Gavino è un paese ricco di persone di talento e buona volontà. Sforniamo ogni anno artisti, atleti, musicisti e professionisti di rilievo in quasi tutti i settori del sapere umano. Ciò nonostante, ci ritroviamo spesso a rimuginare sui nostri problemi, a dire che “tanto a San Gavino non si fa mai nulla”.
E allora questo vuole essere un accorato appello a tutti le persone di buona volontà: vi prego, smentitemi quando dico che “il problema di San Gavino siamo noi sangavinesi”! Mi rivolgo al Comune, con i finanziamenti e le opportunità che solo una Pubblica Amministrazione può darci, mi rivolgo agli imprenditori, affinché investano i loro capitali a San Gavino, mi rivolgo al Centro Commerciale Naturale e a tutti i commercianti, perché continuino a creare iniziative nelle piazze per far conoscere i propri straordinari prodotti e servizi. Mi rivolgo infine a tutti i sangavinesi, me compreso: non chiediamoci cosa fa per noi il nostro paese. Chiediamoci cosa possiamo fare noi per San Gavino.
Fonte: Simone Usai, Comprendo del 25 Gennaio 2011