Ho sentito domenica scorsa in una trasmissione di Radio Super Sound, dove erano presenti il Sindaco di Arbus e l’Assessore all’ambiente della Provincia del Medio Campidano, che finalmente si parla del grosso problema del sistematico diserbo della strade di competenza Anas. Da quanto ho capito i comuni e le province possono bloccare questo attentato alla nostra salute.
Un attentato continuo alla Salute Umana e della Natura
I tumori e il cancro aumentano in Italia in maniera impressionante, parallelamente al mercato dei Pesticidi, cosi come la spesa per la malattia, che oggi ha superato l’80% dei bilanci regionali (e la chiamano sanità). I nostri bambini e le nostre cellule riproduttive sono più sensibili ai danni da Pesticidi, diserbanti e disseccanti “arancione”, che distruggono anche il paesaggio italiano oltre alla salute, creando dissesti idrogeologici per mancanza di copertura invernale e primaverile dei suoli. E quando piove e l’acqua si porta giù la terra nei fiumi, sulla case della gente, sui treni e nelle strade, fino alle fabbriche. Come se non bastasse si irrorano strade, piazze e palazzi con Pesticidi di sintesi verso Zanzare, Mosce e altri insetti molesti, quando esistono forme di controllo ben più efficienti, di tipo Naturale e Biologico, ampiamente diffuse, nell’indifferenza dei Sindaci e di molte USSL, attraverso un lavoro troppo spesso nascosto da parte delle ditte produttrici e distributrici di Biocidi chimici.
Attraverso il progetto denominato ad arte “Polline sicuro”, guidato dalle Multinazionali del Glifosate, si sono irrorate di disseccante GLIFOSATE tutte le strade del Bel Paese, mettendo a rischio la salute dei cittadini che passeggiano coi bambini o viaggiano in macchina. Addirittura nel novembre 2010 (vedasi ad esempio la s.s. Flaminia tra Foligno e Spoleto e l’E7), quando l’erba nemmeno cresce e i Batteri dormono per il freddo… per cui i residui dei disseccanti finiscono direttamente nelle acque, grazie alle abbondanti piogge si stagione.
I residui di tale prodotto sono rilevabili in tutte le acque sensibili analizzate, alla faccia della presunta biodegradabilità ed innocuità. Laddove un’autorevole ricerca svedese correla il Glifosate al Linfoma non Hodgkin ed altri studi a danni placentari anche a dosi infinitesime (cento volte inferiori ai limiti di legge dei residui negli alimenti).
Roba da inchiesta per le Procure della Repubblica. In Francia sono partite multe salate (oltre 1 miliardo di € per pubblicità menzognera alla Monsanto, che per anni ha indottrinato gli agricoltori e i cittadini sulla biodegradabilità e innocuità del prodotto, che molti usano addirittura nei giardini di casa !!!) ed in Argentina il prodotto è stato vietato dai tribunali (“Il Mondo secondo Monsanto”, di M.M. Robin – Arianna Editrice)… mentre in Italia …aspettiamo solo di morire?
A proposito, il Glifosate è inserito nei disciplinari di Agricoltura Integrata di tutte le regioni Italiane, con cui si erogano addirittura Pagamenti agli agricoltori che lo usano insieme a tantissimi altri pesticidi, togliendo risorse agli agricoltori biologici (come avvenuto in Toscana). Ed oggi assistiamo all’assurdo che Enti di Certificazione dell’Agricoltura Biologica, sempre in Toscana, si prestino a “controllare e verificare” ciò che non è controllabile ne verificabile, ovvero l’Agricoltura Integrata, in mancanza di obblighi di fatturazione dei Pesticidi chimici e in assenza di una ricetta che ne prescriva la vendita. Il consumatore pertanto viene ingannato con un marchio regionale rappresentato dalla bella farfallina dell’Agricoltura (dis)Integrata… Veramente un brutto esempio dell’Etica di alcuni Enti di Certificazione dell’Agricoltura Biologica in Toscana (CCPB, IMC, SUOLO E SALUTE, ICEA, BIOAGRICERT, QC&I), che farebbero bene a chiedere scusa ai consumatori ed interrompere questa “copertura oscena
” di una vera e propria opera di distrazione di risorse comunitarie. Il sottoscritto ha inviato una relazione scritta fortemente critica sui disciplianri attuali, alla commissione del MIPAAF sull’Agricoltura Integrata e le procedure di controllo, sottoscritta per ora da un solo presidente di un’ente di certificazione Biologica, la BIOZOO.I responsabili di questi attentati alla salute umana e all’ambiente sono ben noti. Ed i Sindaci potrebbero agire con divieti, in qualità di supremi tutori della Salute dei Propri cittadini, come ha fatto recentemente un Comune della Val di Non. E’ necessario sollecitare i Sindaci ad attuare il Divieto d’impiego di Pesticidi chimici di sintesi nel territorio, che va dichiarato BIOLOGICO, dal momento che l’inquinamentoda pesticidi è arrivato a livelli di bio-accumulo pericolosissimi per la salute pubblica e i Pagamenti agroambientali dovrebbero rendere il Biologico conveniente “per legge” a tutti gli agricoltori .
Fermiamo lo scempio dei Pagamenti Agroambientali per l’Agricoltura Integrata nella chimica ed i venditori indisturbati di Pesticidi chimici di sintesi.
Converrebbe anche ai cosiddetti Consorzi Agrari vendere prodotti per l’Agricoltura Biologica: ci guadagnerebbero molto di più… soprattutto in un regime di corretti Pagamenti Agroambientali agli agricoltori biologici, che sarebbero ben felici di utilizzare prodotti naturali e concimi organici (anche se più costosi) invece della chimica mortale.
Gli stessi sindacati Agricoli che concertano le politiche regionali, oggi spesso in conflitto di interessi, essendo coinvolti nelle gestioni dei Consorzi Agrari che vendono prodotti chimici, potrebbero revisionare le loro politiche verso una “convergenza di interessi“, per il bene di tutti, ovvero vendendo prodotti per l’agricoltura biologica, sostenuti dai Pagamenti Agroambientali Europei.
Anche le industrie chimiche del settore, alle ultime giornate fitopatologiche nazionali a Bologna, hanno chiesto norme più chiare in Italia, sulle questioni agroambientali (Agricoltura Integrata), al fine di poter investire nella diffusione delle tecniche sostitutive dei Pesticidi chimici di sintesi.
Insomma, le stesse industrie auspicano il divieto dei Pesticidi… cosa aspettiamo?
Fonte: Mauro Lampis