Riportiamo la lettera aperta scritta da Antonio Casti alla nostra Giunta e al nostro Consiglio Comunale.
Nella sua lettera tocca tanti punti relativi alle gestione di San Gavino Monreale (agricoltura, ambiente, piano regolatore, zafferano, etc), tutti temi che abbiamo trattato più volte durante l’anno. Alcune idee sembrano interessanti, saremo lieti di pubblicare le eventuali risposte che i membri della Giunta (o del Consiglio) potranno o vorranno dare.
Nello stesso tempo ci auguriamo che i problemi della nostra cittadina vengano affrontati e risolti al più presto, ci siamo offerti più volte per una collaborazione attiva (ad esempio, l’acquisto dei dissuasori e della segnaletica in attesa della rotatoria nell’incrocio di Villacidro). Resteremo sempre a disposizione di chi ci amministra per dare una mano – ove possibile – sia con le nostre idee, sia con fatti concreti.
Vi lasciamo alla lettura della lettera di Antonio Casti.
SI PUO’ E SI DEVE CAMBIARE. Ad un anno e più di distanza dal loro insediamento, alcune domande alla Giunta ed al Consiglio
La nuova linea ferroviaria e l’annessa stazione hanno occupato e distrutto diverse centinaia di ettari dei nostri terreni migliori, da Cumbas a Su campu, a Pala bois, Nuraci, Pardu, Ruinas mannas ecc.. Come se ciò non bastasse, lo scempio sta continuando per via del rilascio di numerose concessioni edificatorie che hanno portato in tutti i siti al sorgere di case (non proprio da ricovero attrezzi) che tolgono all’agricoltura altre centinaia di ettari; non solo, ma che comportano un aumento dell’inquinamento e degli sprechi, un più alto costo dei servizi che poi ricadono sulla collettività, la distruzione di tanti piccoli ecosistemi e, fondamentalmente, la privazione della nostra cittadina dell’unica risorsa, l’agricoltura cioè, che le consentirebbe di ripartire per uscire dalla crisi che da alcuni anni ne ha investito l’economia.
Non credete che sia venuta l’ora di dire basta al rilascio indiscriminato di concessioni edilizie nelle campagne, modificando all’uopo la relativa norma del Piano Regolatore Generale ed impostando nel contempo piani e progetti per il recupero delle case vuote dentro l’abitato che, specie nel centro urbano, ammontano al 50% circa delle abitazioni esistenti?
La presenza in campagna di quelle numerose abitazioni, oltre ad introdurre gravi squilibri nell’ambiente naturale, distruggono le biodiversità e sono un danno enorme anche per la coltura dei prodotti tipici locali,”in primis” lo zafferano che si vede ridurre continuamente la superficie dei terreni vocati necessari per l’alternanza pluriennale degli impianti. Non sarebbe il caso che il Comune sostenesse questa coltura con iniziative valide in linea con la politica della CITTA’ BIO (cui il Comune ha dato la sua adesione tre anni fa) volta a valorizzare “in loco” i nostri prodotti?Riguardo allo zafferano stiamo anche da un po’ troppo tempo aspettando che il Comune completi l’adozione della DeCO (Denominazione Comunale di Origine) con l’elaborazione di un “logo” che richiamando il luogo di origine possa contraddistinguere le confezioni per la commercializzazione del nostro zafferano.
Gravissimo è il problema costituito dalle emissioni inquinanti dovute prima di tutto all’utilizzo eccessivo e smodato delle automobili che vengono usate anche quando non necessario, per coprire distanze minime all’interno dell’abitato.
Molte città questo problema l’hanno affrontato, con evidenti risultati positivi, istituendo nel centro urbano le cosiddette isole pedonali, chiuse cioè al traffico automobilistico, e ciò anche senza lo scontento dei commercianti che paventavano un calo del numero dei frequentatori e ne hanno invece dappertutto registrato una crescita talvolta anche sensibile.
Anche in San Gavino non pare inattuabile un analogo provvedimento circoscrivendo attorno al municipio ed al mercato civico un’area pedonale, e nel contempo collegare a quest’ultima un sistema di fasce ciclabili dopo aver completato quello già esistente. O no?Un altro contributo alla difesa dell’ambiente lo darebbe l’impianto a verde, con annessa manutenzione, di molti degli spazi pubblici vuoti esistenti all’interno dell’abitato, ed il rimboschimento dei terreni che il Comune possiede sul territorio; il tutto con un costo quasi uguale a zero.
Pure altre misure il Comune può prendere se intende veramente affrontare il problema; citiamo, anche perché adottate già da parecchi anni nei paesi del circondario, alcune ordinanze che si potrebbero emettere: una per vietare che entrando in un negozio o in un bar le persone lascino la macchina parcheggiata con il motore acceso, un’altra per sanzionare quei centri commerciali che tutti i giorni sporcano le nostre strade con i loro volantini, caricando sul Comune stesso le spese per la pulizia. Eccetera, eccetera, eccetera.
Parliamone, ma non basta parlarne, facciamo seguire subito alle parole i fatti!