Hanno protestato ieri mattina a Cagliari sotto l’assessorato regionale della Sanità i malati sardi di Sla (Sclerosi laterale amiotrofica), chiedendo all’assessore Liori la firma della delibera per l’assistenza 24 ore su 24, che era stata definita nel mese di gennaio di quest’anno dalla commissione regionale sulla Sla, ma che ancora non ha avuto attuazione.
A far sentire la propria voce, sfidando gli oltre 30° della torrida mattinata cagliaritana, c’erano molti malati, alcuni anche a letto o in carrozzella, accompagnati dai loro familiari. Tra di loro c’era Salvatore Usala, malato e componente della commissione regionale Sla che con una lettera aperta all’assessore ricorda che “Il tempo delle parole e delle lettere è finito. Non si capisce il motivo di tale resistenza, non ci sono costi aggiuntivi nell’immediato ma si avrebbero notevoli vantaggi per i familiari che avrebbero un sollievo notevole. La malattia è devastante e obbliga tutta la famiglia a subirne le conseguenze, i nostri cari sono murati vivi in casa, prigionieri senza colpa. Un malato Sla in fase di completa dipendenza costa al servizio socio sanitario circa 84 mila euro, con il progetto in fase transitoria il costo sarebbe di 86 mila euro con la differenza che si passerebbe da 10 a 18 ore complessive di assistenza socio sanitaria”.
La Sla è una malattia degenerativa e progressiva del sistema nervoso che colpisce selettivamente i cosiddetti neuroni di moto sia centrali sia periferici. In Sardegna l’incidenza della Sla è altissima, soprattutto nella provincia del Medio Campidano. Nel solo comune di San Gavino Monreale ci sono 9 casi di Sla, e 4 sono persone appartenenti alla stessa famiglia. Un malato si sla senza assistenza ha sicuramente tutto l’amore della sua famiglia, ma necessita anche di cure professionali e specifiche che dovrebbero essere fornite da professionisti. L’assessore Liori afferma che “Servirà ancora tempo per ottimizzare l’esame delle proposte formulate e soprattutto l’analisi dei costi. Non posso trascurare la fase emergenziale nella quale versano i conti della sanità isolana, sottoposta ad un rigoroso ‘Piano di rientro’ sotto l’attenta verifica del Ministero delle Finanze. Peraltro, intendo dare le medesime risposte assistenziali anche ad altri malati che, seppure con gravi patologie diverse, necessitano di un’assistenza domiciliare continuativa. A bisogni uguali, risposte assistenziali uguali. Al mio arrivo in Assessorato, in riferimento a questa patologia, ho trovato un regime assistenziale discreto, ma si può, e dobbiamo, fare certamente di più.”.
I malati purtroppo possono solo aspettare, sapendo che “si può e bisogna fare di più”, ma sperando che non si tratti solo di una blanda considerazione.
Fonte: Veronica Atzei, 15 luglio 2010, ilmiogiornale.org