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San Gavino Monreale
venerdì, 20 Dicembre 2024

[Pistis] La casa del Poeta

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Un secolare ginepro, trasformato da “Tziu Efisiu Sanna” poeta di Guspini in una particolarissima dimora che profuma di elicrisio

Centinaia di sangavinesi ogni anno frequentano le spiagge di Pistis e di Torre dei Corsari. Dallo spiaggione si arriva facilmente alla “Casa del Poeta”. La sensazione è unica, sotto le sue fronde tziu Efisiu ha trovato la sua musa, e invita tutti i visitatori a scoprire il poeta che si nasconde in ogni uomo!

La Casa del Poeta - Foto di Ettore Cavalli
La Casa del Poeta - Foto di Ettore Cavalli

Dentro la casa
È difficile distinguerla dal resto della vegetazione: ciò che colpisce sono alcune forme architettoniche costruite dall’uomo: archi, il riquadro d’ingresso in legno, il vialetto davanti a un giardino di splendide piante grasse, cinto da paletti, a lato della “casa”: Varcata la soglia, ci si ritrova in un ambiente fresco, dal pavimento in scisto, le pareti, le fronde e, al centro, un gigantesco tronco di ginepro, i cui rami si aprono per formare il soffitto. La bizzarra costruzione stupisce e affascina: sembra incredibile trovarsi al riparo di una così straordinaria opera della natura. Il tronco si innalza annodandosi su se stesso, forte e possente, creando intorno a se un’atmosfera da fiaba. Chiunque si soffermi sotto i suoi rami viene immediatamente trasportato altrove e comincia a fantasticare chissà per quale paese dell’immaginazione. È un luogo nel quale ci si senti protetti da una potenza della natura, accettati al suo interno, degni quasi di penetrare i suoi misteri. Al primo stupore, succede la curiosità: messaggi poetici sono affissi qua e la dalla mano del suo guardiano che, molto amichevolmente e con grande cordialità riceve gli ospiti, raccontando la storia di quell’albero superbo.

Il Poeta
Il signor Efisio Sanna era un uomo che osservava i suoi amici da spessi occhiali da vista. Portava pantaloni da lavoro, camicia, giacca, un baschetto sulla testa e si aiutava, per camminare, con un bastone. Raccontava che circa 25 anni or sono, quando sulla spiaggia si ergevano ancora i casotti, s’era accorto di quel ginepro eccezionale, così come dell’intenzione, da parte di alcuni, di tagliarlo per farne legna da ardere: Per proteggerlo, lui e sua moglie vi si trasferirono, ricavando, da sotto le sue fronde, un’abitazione calda e accogliente: entrambi vi hanno vissuto per circa 10 anni, faticando non poco per gli approvvigionamenti, soprattutto di acqua. Diventando sempre più anziani, hanno dovuto abbandonare la “casa”.
Non si contano i visitatori, compresi gli architetti e gli ingegneri incuriositi dalla struttura del ginepro secolare. Molti di loro lasciano messaggi nella cassetta della lettere sistemata nell’ingresso, amici che, visitano il luogo, potranno ritrovarli.

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