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martedì, 5 Novembre 2024
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Difendiamo l’ospedale Microcitemico

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Riportiamo una lettera di una nostra amica preoccupata per le possibilità che il Microcitemico di Cagliari venga accorpato al Brotzu. Potrete farvi un’idea delle conseguenze di una scelta del genere leggendo queste accorate parole di una madre angosciata, e a ragione, per le decisioni dell’assessore alla Sanità Antonello Liori.

Dopo le polemiche e le proteste per l’ospedale di San Gavino Monreale, anche a Cagliari ci si mobilita contro una riforma della sanità regionale che non tutela i pazienti, ma mira piuttosto a gestire il denaro e le poltrone.

Con una Legge di Riforma approvata in Consiglio Regionale ad Agosto e un emendamento divenuto operativo senza nessuna preventiva discussione dell’organo consiliare preposto, la Commissione Sanità, si è deciso di accorpare l’ospedale Microcitemico all’azienda ospedaliera Brotzu.
Senza consultare nessuno, gli scienziati di fama internazionale che ci lavorano (prof. Cao, prof. Monni, prof. Galanello ecc. ), che con tenacia e passione si sono battuti perché in Sardegna, a Cagliari, venisse creata una struttura per curare la più grave e frequente malattia genetica presente nell’isola, la talassemia, senza parlare con i pazienti, con le Associazioni che li tutelano, con il personale altamente specializzato che ci lavora, si è deciso di liquidare una delle poche realtà di eccellenza presente nella sanità sarda.
I nuovi reparti dell’ospedale, destinati in origine ad accogliere e ampliare oncoematologia pediatrica, il day hospital talassemici, gli spazi dedicati alle malattie rare, i laboratori di ricerca che lavorano in collaborazione con l’Università e con importanti multinazionali, saranno destinati ad altro, ancora non si sa a cosa e soprattutto a chi.
Si è deciso di estromettere l’Università dalla gestione della struttura, presenza che invece garantisce cure all’avanguardia e ricerca costante, mettendo in un unico calderone motivazioni quali risparmio, efficienza e non meglio precisati vantaggi per i malati. Chi ha deciso questa riforma ha dimostrato di non sapere come funziona il Microcitemico e soprattutto di non conoscere i pazienti che qui vengono curati.

Il Microcitemico, soprattutto il Day Hospital Talassemie, accoglie persone che da quando nascono, per ogni giorno della propria vita, devono seguire cure e fare controlli specifici, seguiti costantemente da specialisti che diventano quasi parte della propria famiglia. Il medico di riferimento, il cardiologo, l’oncologo, il radiologo, l’endocrinologo del Microcitemico conoscono uno per uno i propri pazienti, che non sono individui che sporadicamente hanno bisogno di cure, ma sono persone che hanno sempre bisogno di cure, che non si possono improvvisare.
Il Microcitemico ospita un reparto di Ginecologia all’avanguardia nella diagnosi prenatale e nella cura dell’infertilità, cui accedono ogni anno migliaia di coppie che aspettano un bimbo o lo cercano. L’ospedale Microcitemico è una seconda casa per i malati “cronici” che qui fanno le terapie che gli consentono di vivere, è la punta di diamante della prevenzione delle gravi malattie genetiche, ereditarie, metaboliche che pongono la Sardegna ai primi posti in Italia, e purtroppo per alcune patologie al mondo, fra le regioni in cui sono più presenti queste malattie. Il Microcitemico è soprattutto un ospedale pediatrico, che cura ogni giorno bambini di tutta la Sardegna e di tutto il mondo, unico esempio di struttura sanitaria sarda che accoglie “viaggi delle speranza”.
Per scongiurare l’accorpamento al Brotzu, dettato da esigenze veramente poco chiare e che toglierebbe competenze, strutture, ricerca al Microcitemico, si è da subito creata una forte mobilitazione, soprattutto fra i pazienti e le Associazioni di tutela, con appelli alla stampa e sottoscrizioni su internet. Purtroppo, quello che invece appare chiarissimo è che tutte le ragioni addotte finora per giustificare questa operazione (razionalizzazione della spesa, maggiore efficienza operativa, ??) sono palesemente false. Inoltre, sentire un assessore regionale alla sanità dire che i suoi interlocutori non sono gli scienziati mette veramente in grande allarme. Chi sono allora, questi interlocutori? Non sono gli scienziati che hanno speso l’anima per questo ospedale, non sono i pazienti e le Associazioni che li tutelano, non sono il personale che ci lavora, e allora chi? Lo dicano, chi sono questi interlocutori!

Visto che si parla tanto di meritocrazia, perché non viene applicata in questo caso? Lasciando stare i riconoscimenti per il lavoro svolto all’ospedale Microcitemico, anche a livello internazionale, trascurando la sua storia, si sentano i pazienti e i loro familiari. Ci può essere strumento migliore di valutazione di una struttura come questa del parere dei pazienti e dei loro familiari? Non credo proprio.
Una cosa è certa, non bisogna permettere che si facciano operazioni di potere sulla pelle dei nostri figli. Io sono pronta a fare qualsiasi cosa per impedire che ai malati seguiti al Microcitemico vengano tolti diritti basilari, conquiste costate anni di fatica e ricerca, assistenza e cure che solo la presenza dell’Università possono garantire. Nessuno farà tornare indietro la speranza di vita dignitosa e felice dei piccoli talassemici, dei tantissimi pazienti seguiti per malattie rare, dei bambini con gravi patologie oncoematologiche. Qui è in ballo la vita di tantissimi bambini e mi appello con fiducia, al di là delle posizioni politiche e ideologiche, a tutti quelli che sanno cosa voglia dire avere questi problemi, mobilitiamoci e non lasciamo che ci tolgano il nostro ospedale.

Per razionalizzare la spesa sanitaria, così sostengono, di fatto si taglia una realtà di eccellenza unanimemente riconosciuta: la vicenda ha poco di razionale e non so se sia vero che si risparmierà, ma dico di più, anche se così fosse, non si può risparmiare sulla pelle dei più deboli!
Invito i cittadini Sardi a non chiudere gli occhi su questa grave vicenda, qui c’è in ballo la salute e il futuro di tanti nostri figli, a cui qualcuno vuole negare il diritto a una vita piena, serena, normale.

Sestu, 22 Dicembre 2009

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