Sì, Pistis selvaggia: ma non mi riferisco al paesaggio incontaminato di mare, dune e vegetazione, anzi tutt’altro. Il “selvaggio” di cui parlo ha molto poco a che fare con la natura, e troppo con l’uomo, le persone e il loro modo di vivere: da selvaggi appunto, nel senso di chi non ha una regola.
E’ bello andare in spiaggia, prendere il sole e farsi un tuffo in mare no?
Soprattutto se lo spiaggione è pulito e l’acqua limpida…
Come ci si arriva a Pistis? In auto, il più delle volte: ma ecco che i parcheggi scarseggiano e c’è la corsa sfrenata ad accaparrarsene uno, il più vicino possibile alla spiaggia, magari all’ombra, magari senza pagare. Si parcheggiava talmente ovunque, che il comune di Arbus ha iniziato a “piantare” cartelli di divieti un pò ovunque (aumentando il caos, per la verità) e a mettere multe a raffica per chi, per la fretta di scendere in spiaggia, non se ne accorge o se ne frega direttamente. Più che seminare cartelli, il comune di Arbus avrebbe dovuto magari far qualcosa per “arare” i parcheggi e magari anche le strade…E invece no.
E Pistis rimane umanamente selvaggia, soprattutto grazie ai suoi straordinari monumenti. Infatti, poco prima di giungere allo spiaggione, si può ammirare, sulla sinistra, un’immensa e incantevole (si rimane letteralmente a bocca aperta) montagna di rifiuti: tre o quattro cassonetti stracolmi, ricoperti di buste anche all’esterno, affiancati da una composizione artistica di relitti arrugginiti (sedie, ombrelloni, materassi e quant’altro) accompagnano il turista incoraggiandolo a ritornare entusiasta alla stessa spiaggia la prossima volta…
L.F.