Qualche settimana fa avevamo parlato di un attacco di processionaria devastante per centinaia di ettari di bosco del Monte Arci ma questa volta il danno è opera umana e ben più grave. La stima satellitare con dati ottici a 20 metri di risoluzione (la precedente era stata eseguita con dati MODIS a 250m) è inequivocabile, sono oltre duemila gli ettari di lecci, sugheri e macchia mediterranea andati in fumo nel corso del rogo scoppiato il 23 Luglio scorso e spento solo 2 giorni dopo.
Il vulcano Monte Arci si è spento milioni di anni fa ma l’impressione dallo spazio è simile ad un’enorme colata lavica che lo ferisce in due per quasi 8 km, un vero attacco al più importante polmone verde della provincia di Oristano.
Dall’immagine satellitare si nota come il bosco sia stato letteralmente raso al suolo, il fuoco ha raggiunto temperature tali da bruciare completamente ogni tipo di albero lasciando sul terreno solo un desolante nero intenso.
Già durante l’incendio la potenza radiante captata dai sensori termici aveva raggiunto valori tali sa far saturare i radiometri SEVIRI e non lasciava dunque ben sperare, un incendio di un bosco non è come uno di stoppie e questo lo si può identificare pure dallo spazio. Anche la notevole quantità di fumo sprigionato era indice che stava bruciando una grande quantità di biomassa viva. Ora saranno necessari decenni di rimboschimento perchè il paesaggio riprenda il suo originario aspetto.
Fonte: Enrico Cadau, Sardegna Clima di Mercoledì 29 Luglio 2009 13:58