DELLA FONDERIA DI SAN GAVINO MONREALE
In un territorio come il nostro, quello della Provincia del Medio Campidano, dove la crisi e la mancanza di occupazione assumono scenari e cifre drammatiche, ogni posto di lavoro rappresenta un punto fondamentale per la costruzione di un futuro e per evitare il rischio di dover emigrare in cerca di stabilità e certezze.
L’Azienda di proprietà della multinazionale svizzera Glencore, vista la crisi, sceglie di sospendere la produzione e di mettere “provvisoriamente”, a quanto detto, i lavoratori in cassa integrazione. Scelta discutibile, visti i profitti e la forte produzione di questi ultimi anni, di un’azienda preoccupata solamente ai mercati internazionali dei metalli e al profitto minore legato al momento negativo della vendita degli stessi e non al ruolo sociale dei propri dipendenti e delle loro famiglie e al rischio di lasciarli senza un reddito e quindi senza certezze per il futuro.
I vertici dell’Azienda dal canto loro individuano negli alti costi energetici legati alla produzione una delle cause primarie che hanno portato alla scelta dell’interruzione del ciclo produttivo e della messa in cassa integrazione degli operai dello stabilimento del nostro paese e identificano una possibile soluzione per l’abbattimento dei costi energetici e quindi per la riapertura e la ripresa produttiva del sito, nella realizzazione di una centrale eolica da parte del Governo Regionale, centrale promessa in campagna elettorale che vede però, nell’intento realizzativo, una grossa contraddizione politica nelle politiche di centro-destra espresse in campo nazionale e regionale.
I Sindacati (soprattutto la Fiom) si sono fatti giustamente subito carico della vertenza e della difesa dei lavoratori e dei loro posti di lavoro, aprendo un tavolo con l’Azienda da una parte e un’interlocuzione con le Istituzioni Regionali dall’altra.
L’interesse primario, in pieno accordo con i lavoratori, è quello di cercare una soluzione rapida insieme all’Azienda per non dover andare incontro ad una cassa integrazione di lungo termine e di sollecitare, negli impegni spesi da parte del nuovo Governo Regionale, quelle azioni dirette a risolvere quei problemi, nel quadro più complessivo di tamponamento della crisi.
La vertenza della Fonderia mette quindi in primo piano il rischio per gli oltre centotrenta lavoratori, di un possibile futuro licenziamento, visto il prolungarsi della crisi e dell’incertezza nei mercati mondiali da essa creata, e di una cassa integrazione temporanea e dubbiosa, soprattutto per quelli delle imprese d’appalto non beneficiari degli ammortizzatori sociali, che ha come unica realtà la riduzione del reddito mensile per tutti quei lavoratori che ne usufruiranno.
Oltre centotrenta lavoratori quindi, fra cui molti giovani e padri di famiglia della nostra cittadina, vedono a rischio il loro posto di lavoro e il loro futuro, in un momento dove è già difficile arrivare a fine mese e dove tutte le certezze di creare un avvenire indipendente e autonomo nel nostro territorio sono fumose e annebbiate.
Questi lavoratori inoltre potrebbero, in caso di un futuro licenziamento, vedere la loro difficile situazione economica ricadere a carico delle amministrazioni comunali e del bilancio dei servizi sociali dei propri (rispettivi) comuni, sempre più caricati dalle spese legate alle nuove povertà e dagli aiuti alle numerose famiglie in forte difficoltà economica.
La mancanza poi, nel caso della nostra cittadina, di un’Amministrazione Comunale, rende i lavoratori dello stabilimento che insiste nel nostro territorio privi di una rappresentanza politica che direttamente si faccia carico della questione di fronte ai vertici aziendali e alle Istituzioni Regionali.
Il Partito della Rifondazione Comunista, in questa fase, è fortemente preoccupato della situazione e dell’incertezza del futuro di quei lavoratori: con il suo Assessore Provinciale alle Politiche del Lavoro segue da vicino la vertenza, in stretto contatto con i Sindacati e i vertici aziondali e con il suo Capogruppo ha presentato in Consiglio Provinciale un’Odg in difesa, sostegno e solidarietà di quei lavoratori e una richiesta d’impegno da parte della nuova Giunta Regionale a risolvere i problemi della realizzazione della centrale eolica che l’Azienda ha chiesto di realizzare per abbattere gli alti costi energetici.
Il Circolo di Rifondazione Comunista di San Gavino Monreale si schiera al fianco dei lavoratori della Fonderia, in difesa dei loro posti di lavoro (e del reddito delle loro famiglie).
Riteniamo che il sito della Fonderia, seppur ridimensionato rispetto al ruolo storico ed economico che esso ha avuto per la crescita della nostra cittadina, assume ancora un ruolo importante per la nostra comunità e il nostro territorio, e crediamo importante quindi che tutta la cittadinanza e il territorio senta propria una vertenza ignorata soprattutto dalle altre forze politiche e dagli altri partiti, impegnati ed interessati di più in questo momento alla costruzione delle liste per le imminenti elezioni amministrative che alla situazione drammatica che vivono le famiglie di quei lavoratori già colpiti dalle difficoltà dovute alla crisi.
Il Partito della Rifondazione Comunista di San Gavino Monreale si impegna nel pieno sostegno della vertenza della Fonderia, ad una lotta comune con i Sindacati e ad appoggiare le proposte da loro presentate per risolvere in maniera ottimale e più celere possibile la situazione.
Daniele Turnu, Segretario del Circolo PRC di San Gavino Monreale
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