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Intervista Con Il Fantasma

Oggi presentiamo il libro scritto da un nostro compaesano. Lo facciamo a modo suo, con un’intervista-racconto dalle tinte noir. Buona lettura.


Entrare all’interno del camposanto abbandonato non è per niente difficile. Il muro di cinta è molto basso, poco più della tua altezza, e le numerose crepe costituiscono degli appigli niente male.
Il posto è buio ma alcuni punti qua e là sono rischiarati dalla luce sanguigna dei lumini che ad ogni sussulto di vento tremolano frenetici. Come è lecito aspettarsi c’è una cappa di silenzio quasi completa e solo tu, schiacciandole foglie secche o passando sul selciato lungo il muro, riesci a rovinare l’onirica atmosfera.
Dopo qualche minuto l’intensa emozione dovuta alla penetrazione in questo luogo abbandonato lascia il posto alla lucidità e puoi finalmente metterti alla ricerca della tomba. Aggirandoti nel labirinto di lapidi e croci, tra gli sguardi indagatori dei defunti ritratti nelle fotografie sbiadite, senti chiaramente, quasi fosse una presenza fisica, un’atmosfera ostile. E’ difficile da spiegare, l’ unica cosa che puoi fare e sobbalzare ad ogni rumore sospetto e guardare con insistenza come un bambino impaurito il buio attorno.
Concentrandoti sulla tua “missione” – trovare il fantasma di cui parlano tutti e magari riuscire a filmarlo con il videofonino – riesci in qualche modo a difenderti dagli assalti della paura e a ragionare.
Arrivi nei pressi di una cappella semi diroccata, con la croce in legno ancora intatta e ben stagliata contro la luna. Le mura sono praticamente crollate a parte tre pilastri che sostengono il tetto. Prendi un gran respiro, ti volti indietro per l’ ennesima volta, e l’ oltrepassi.
-“Ciao…

”-
Lo scatto con cui salti in aria è degno di un felino; vai a finire quasi sopra una croce di marmo rischiando di travolgerla.
Davanti a te c’è un ragazzo, lunghi capelli e un pizzetto un po’ stravagante, che ti fissa con un aria interrogativa, strana a dire il vero. Sembra piuttosto sorpreso di vederti.
Non riesci ancora a connettere il benché minimo pensiero e il cuore martellante di certo non ti aiuta.
-“Non volevo spaventarti.”- dice il ragazzo avvicinandosi un po’.
L’ imbarazzo ti arrossa il viso per la bella figura da idiota che hai fatto.
-“Anche tu sei in cerca di emozioni forti? Beh, siamo in due allora!”-
-“Io… Io… si, sai scommesse con gli amici.”- balbetti cercando di riacquistare un’ aria dignitosa.
-“Si, anche io ho iniziato così. Sono Fabrizio?”-
Dopo averli detto il tuo nome ed essere riuscito a ricomporti fate alcuni passi insieme. Gli spieghi il motivo della tua visita in questo cimitero e lui ride divertito al pensiero che ci possa essere un fantasma.
-“Io vengo qui per trovare ispirazione per i miei racconti e non ne ho mai visto uno.”-
-“Scrivi racconti?”- chiedi. Parlare con lui comincia a rilassarti.
-“Beh, diciamo che scrivere è uno dei miei hobby; mi piace perlopiù suonare la chitarra e comporre canzoni.”-
-“Un’ artista quindi.”- ribatti.
-“Si, tra scrittura, disegno e musica penso di potermi ritenere un’ artista.”- ti risponde sorridendo.
-“Fino ad ora che ispirazione hai avuto?”- chiedi.
-“Per ora nulla…”-
-“Da quanto tempo scrivi?”-
Fabrizio alza gli occhi al cielo e rimane pensieroso per qualche secondo.
-“Cinque o sei anni”- dice -“ma non con costanza. Gli ultimi tre anni sono stati forse quelli in cui mi sono impegnato di più nella ricerca di stile, trame e tecnica.”-
-“Dato il luogo immagino tu scriva racconti horror…”-
-“Si, la maggior parte: ma non lo definirei Horror ma forse Fantastico, un po’ come definivano i racconti di fantasmi e vampiri nell’Ottocento e ai primi del Novecento. L’horror implica molte scene splatter, sangue, violenza. Io preferisco l’ atmosfera e scene macabre centellinate. Penso si possa dare qualcosa in più al lettore se suggerisci anziché mostrare.”-
La passeggiata vi conduce lungo un muro pieno di loculi sfregiati dal tempo. Svoltato l’ angolo vi ritrovate in un ala del cimitero, forse la più antica a giudicare dal numero di lapidi e tombe completamente distrutte rispetto a quelle che avete visto in precedenza, quasi ad opera di un bombardamento. Fabrizio va a sedersi su quella che sembra la più integra.
-“Scommetto che ti sarai ispirato minimo a Poe e Lovercraft.”-
-“Loro sono stati una grande fonte di ispirazione ma ci sono un’ infinità di autori poco conosciuti a cui mi sono ispirato quasi tutti coetanei di Poe e Lovercraft. Sono spiacente ma non mi ricordo i nomi.
”-
-“Non fa nulla, tanto io non ne conosco!”- ribatti.
-“Ho scritto anche un libro, per la verità l’ unico.”- ti dice.
-“Davvero?”- chiedi.
-“Si: Punti di Vista. L’ ho pubblicato a Novembre del 2004 per una casa editrice di Cagliari. Qualche mese prima avevo letto un annuncio della stessa. Cercavano autori emergenti e io ho spedito cinque racconti scritti tra il 2003 e il 2004. Gli ultimi tre addirittura un paio di settimane prima della pubblicazione. L’ entusiasmo era alle stelle! Peccato che il tutto si sia ridotto a una mezza farsa. Zero pubblicità, zero supporto e addirittura nessuna correzione delle bozze: nel libro sono presenti parecchi errori.”-
-“Un’ occasione sprecata”- dici.
-“Forse hai ragione. Ma è stata pur sempre un’ esperienza. Da allora ho cominciato a scrivere molto di più e ad affinare le mie capacità. Ora ho un nuovo libro, comprensivo dei racconti di Punti di Vista ampliati e revisionati, più una ventina di racconti. Sai, non mi dispiacerebbe guadagnare con la scrittura. Sarebbe figo.”- conclude.
Rimanete alcuni minuti in silenzio. Tu sei ormai completamente rilassato e dimentico di ogni paura. Certo non ti aspettavi di trovare un’ altra persona con cui parlare e passeggiare al chiaro di luna in un cimitero! La cosa potrebbe essere divertente da raccontare ai tuoi amici.
Cerchi il pacchetto di sigarette per offrirne una al tuo nuovo amico ma quando lo guardi, con la mano tesa, scopri che è sparito. Al suo posto c’è un libro, con le pagine svolazzanti. D’istinto chiami Fabrizio e lo cerchi intorno con lo sguardo. Ben presto capisci che sarebbe stato impossibile andarsene senza far rumore, te ne saresti accorto. Muoversi tra le foglie e i resti sparsi delle lapidi distrutte avrebbe prodotto un bel po’ di rumore. Esamini ancora una volta i dintorni oscuri dell’ala cimiteriale. Il vento soffia e porta, oltre a fruscii provenienti da tutti i recessi del luogo, alcuni brividi che si aggrappano alla tua schiena.
Con la paura che torna a farsi viva ti avvicini al libro. Lo raccogli e numerose pagine volano via al vento. Una sola pagina intera, giallastra, fa capolino tra quelle sbrindellate. Leggi:

L’ Autostoppista
Ormai credo fermamente nei fantasmi e nei casi, diciamo così, insoliti o irreali. Ho letto parecchi libri sull’argomento, almeno quelli che sono riuscito a trovare nella piccola biblioteca del paese. Date queste premesse, voglio raccontarvi una storia capitatami più o meno sei o sette mesi fa. Mi prenderete per visionario, probabilmente. Ciò non m’interessa, non devo dimostrare nulla a nessuno, tuttavia lasciatemi raccontare…

Guardando la lapide vedi, nonostante le crepe, una foto ormai sbiadita. I capelli lunghi, il pizzetto stravagante.
Lui è morto.
Fabrizio è un fantasma!

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