L’ ingresso a questo “museo” all’ aperto è ovviamente gratuito e non ci sono guide né assistenza turistica. Neppure un cartello con qualche informazione storica.
C’è da dire che l’ intera zona non è in sicurezza perciò occorre fare attenzione a dove si mettono i piedi o ai muri pericolanti delle strutture.
Per maggiori informazioni sulle miniere e su come raggiungerle è possibile rivolgersi al Museo archeologico di Sardara
al numero 070-9386183 o alla Pro Loco al numero 348-2298069.Comune: Sardara;
Proprietà: Pubblica;
Inizio attività: Anni ’40;
Fine attività: Fine anni ’70;
Minerali estratti: Fluorite e piombo;
Immobili presenti: Civili e industriali;
Altimetria media: 160 m
L’ intera zona è particolarmente interessante sia per la bellezza delle colline, per il troneggiante Castello di Monreale e la vista mozzafiato che si ha del territorio a quelle, seppur, piccole, altezze.
Le colline sono un residuo paleozoico di circa 500-600 milioni di anni fa, circondate da terreni più recenti (miocenico-quaternari). Le mineralizzazioni fluoritiche risalgono al magmatismo ercinico del tardo Paleozoico.
Le miniere
A questo periodo risale la costruzione di alcuni immobili quali il primo pozzo di estrazione, la relativa sala argano (della quale sono ancora presenti i muri portanti) e alcune abitazioni per gli operai; il minerale estratto veniva abbancato in un piazzale sottostante al pozzo, dove donne e addirittura bambini, tramite una cernita a mano, separavano lo sterile dal minerale.
Intorno agli anni Sessanta venne costruito un altro pozzo, denominato Impero, tutt’oggi in discreto stato di conservazione anche se è meglio starne alla larga.
La coltivazione avveniva sia in sotterraneo che a cielo aperto, ed il minerale estratto veniva trattato inizialmente in una laveria gravimetrica situata in prossimità del pozzo Impero, e successivamente nella laveria flottativa (1964) costruita anch’essa nelle vicinanze del pozzo, dove si lavorava, oltre che la fluorite, anche il piombo.
La concessione passò alla Società Silius intorno al 1963, anni nei quali nella miniera erano impegnati circa quattrocento operai; l’esaurirsi dei filoni mineralizzati e le eccessive spese di gestione provocarono, nel 1978, la fine dell’attività estrattiva e la conseguente chiusura della miniera.
Come arrivare
Dalla SS 131 venendo da Cagliari: si gira al bivio per Sardara e si percorre per 3 km la strada provinciale Sardara-San Gavino. Al terzo chilometro sulla destra si trova un incrocio (a destra) che porta in direzione località Santa Maria Acquas (la strada non è segnalata). Una volta entrati in questo strada si percorre per alcuni chilometri fino a una traversa sterrata presente sulla destra che conduce direttamente alle miniere.
Bibliografia
I. Uras, “Il giacimento fluoritico di Monreale (Sardegna)”, in Periodico Mineralogia, vol. XXV, n. 1, 1956;
F. Bakos-I. Uras, “Mineralizzazione fluoritiche di Monreale e Perda Lai”, estratto da Atti giornata di Studi Fluoriti Italiane, 1972;
A. Cavinato, “La fluorite in Sardegna”, Memorie degli Istituti di Geologia e Mineralogia dell’Università di Padova, vol. XXIX, 1972.