Il 16 marzo 2015 a San Gavino Monreale si è tenuta un’assemblea pubblica col gestore unico Abbanoa, organizzata dall’amministrazione comunale.
Apre i lavori il Sindaco Carlo Tomasi, che illustra i particolari della nascita di Abbanoa e parla della Legge Galli. “Non tutto è andato per il verso giusto” esordisce Tomasi, che cita la petizione firmata da 2.754 sangavinesi contro Abbanoa.
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Subito dopo ha preso la parola Ivo Picciau, Responsabile servizi alla clientela di Abbanoa, che sottolinea l’ampia apertura dell’ente verso le utenze: “la gestione reclami non è stata facile a causa delle enormità dei reclami, dato che Abbanoa ha ereditato una situazione non semplice” – dice Picciau, che continua – “l’85% delle pratiche gestite in conciliazione hanno esito positivo, ed è la soluzione che consiglio sempre”.
Si tocca il tema della fattura pluriennale, “dovuta a errori sul consumo presunto. Soluzione? Oltre la prescrizione che è un diritto, proponiamo rateizzazione molto ampia e in funzione del reddito, in altri comuni ha funzionato”. Secondo Picciau, bollette pazze e fatture anomale sarebbero dovute a perdita idrica occulta in almeno il 75% dei casi. Il restante 25 % è dovuto al contatore guasto (eventualità che porta all’annullamento della fattura che viene ricalcolata sui consumi storici). Oppure possono capitare errori materiali.
Presente anche Alberto Urpi, Responsabile alla clientela telematica di Abbanoa: “Se sono presenti tanti partecipanti significa che Abbanoa probabilmente qualche problema l’ha creato, siamo qui per dare una mano agli utenti. Il servizio clienti di Abbanoa riceve 40.000 chiamate al mese. Chiunque può lasciare il proprio numero all’amministrazione per essere ricontattato”.
Dopo i funzionari di Abbanoa, molti sanagavinesi, provenienti dalla politica o dalla società civile, hanno voluto dire la loro. Ha iniziato Nicola Garau, consigliere di minoranza, che ha dichiarato: “Mi son pentito di aver votato per Abbanoa. Molte promesse non sono state mantenute”, strappando gli applausi della platea. Nicola Garau ha incalzato: “Dovremo tornare alla gestione autonoma dell’acqua. I problemi c’erano lo stesso prima di Abbanoa, ma erano gestiti diversamente”.
Ivo Picciau ha risposto a un’osservazione di Nicola Garau in merito al deposito cauzionale: “Il gestore è tenuto ad ubbidire a enti pubblici regionali e nazionali, quali l’Autorità per l’energia elettrica il gas e il sistema idrico”.
Il pubblico si è scaldato quando Picciau ha sottolineato che “un ente governativo ha semplicemente deciso di regolarizzare il deposito cauzionale adeguandolo e rendendolo uguale in tutta Italia”.
Gianfranco Medda, cittadino sangavinese, è intervenuto, chiedendo come mai Abbanoa smetta di mandare fatture quando c’è un contenzioso.
Urpi ha risposto sicuro: “se Abbanoa sbaglia una fattura smette di fatturare. Ma continua a dare l’acqua ai cittadini. Abbanoa smette di fatturare solo se non passano 60 giorni dal reclamo.” Picciau ha sottolineato che “se Abbanoa sbaglia una fattura, è meglio non emetterne altre”.
Gianfranco Medda ha citato anche l’addebito sul conto: “se noi cittadini facciamo il RID (necessario per evitare di pagare il deposito cauzionale) ci prendete i soldi”. Picciau ha specificato che passano 120 giorni tra fattura e incasso dal RID per cambiare idea e sistemare eventuali anomalie.
Picciau specifica: “il deposito Cauzionale interviene quando qualcuno abbandona l’utenza. In Sardegna ci sono 36.000 cessazioni d’utenza all’anno. E se non pagano saranno pagate da chi paga regolarmente le fatture. Il deposito mitiga quest’effetto e va a finire nei debiti, in bilancio. Quindi non serve a fare cassa”.
Parla Sergio Zedda, cittadino: “Abbanoa approfitta delle leggi. Io non ho pagato il deposito cauzionale”. Applausi del pubblico.
Interviene anche Gavino Pia, di Federconsumatori: “Dobbiamo chiedere conto ad Abbanoa. Non possiamo dire di non pagare. Perché poi lasciamo i cittadini nei pasticci. Ci dobbiamo impegnare per contestarla, sarebbe stato opportuno scendere in piazza dopo un anno di Abbanoa. La situazione di Abbanoa è dovuta a carenza o incompetenza di personale. I problemi della fatturazione pluriennale sono che non sai se hai perdite o se il contatore funziona male. E quindi spendi di più inconsapevolmente. La gestione del servizio idrico dev’essere rispettosa dei clienti. Per l’Enel paghiamo il deposito cauzionale, ma gli amministratori sardi hanno gestito male il rapporto con Abbanoa. Bisogna sentire l’antitrust per adeguare le tariffe”.
Prende la parola Giampietro Sida cittadino di Pabillonis, che lamenta problemi allo sportello, inefficienza e maleducazione.
Il noto conduttore radiofonico Gianni Angei interviene molto criticamente: “La Sardegna è a statuto speciale quando serve o quando non serve. Non c’era bisogno di far venire Abbanoa. Abbanoa ci chiede continuamente denaro in base a adeguamenti a leggi nazionali, mai regionali. San Gavino con 10.000 abitanti aveva 3 addetti per l’acquedotto. In Sardegna sarebbero 480 addetti per tutta la popolazione. Supponendo di averne anche 1.000, non sarebbero mai costosi come una dirigenza elefantiaca quale quella di Abbanoa”.
Ivo Picciau ha quindi snocciolato numeri di Abbanoia nel paese: “a San Gavino vengono emesse 3.300 fatture. 88% delle quali a meno di 150 euro, a fronte di una media regionale di 220 euro”.
Silvia Mamusa, consigliere comunale di minoranza, sottolinea come il “malcontento verso Abbanoa sia creato da una gestione non sempre corretta non sempre accurata. La petizione è dovuta alla crisi economica e al disagio e chiedono agli amministratori di riflettere sul rimanere con Abbanoa”.
Interviene Roberto Basciu: “Sono stato preso in giro a Sanluri, hanno invertito il numero del contatore mio e del mio coinquilino. Son passati 6 anni. Io voglio pagare, avete debiti e non andate da chi vuole pagare. È una cosa semplice, figuriamoci le cose complesse. Dopo 6 anni mi arriverà una bolletta enorme!”
Giovanni Tinti, ex sindaco e consigliere comunale all’epoca del passaggio ad Abbanoa, unico allora a non aver votato per Abbanoa: “Capii subito che abbanoa sarebbe diventato un carrozzone politico. E ora ho ragione. Abbanoa è sorta senza una struttura amministrativa. Non sapevano nulla di come gestire un’azienda simile”.
. Tinti incassa una parziale ammissione da parte di Urpi, che dice: “Abbanoa deve costruire una struttura amministrativa idonea”.
Interviene anche Stefano Musanti sindaco all’epoca del passaggio ad Abbanoa. Parla dei miglioramenti dovuti ad Abbanoa: “dal 2006 ad oggi il costo dell’acqua è aumentato dell’80%, mentre prima, quand’era a gestione comunale, aumentava molto di più, in proporzione. Faremo un consiglio comunale coi cittadini per scegliere insieme il futuro dell’acqua pubblica”.
Abbanoa investe 1.000.000 di euro a San Gavino Monreale. San Gavino perdeva il 50% dell’acqua, e a breve Abbanoa arriverà al 25% che lo uno standard medio nazionale.