La chiesa di San Gavino Monreale è giunta a noi pesantemente modificata rispetto alle originarie strutture gotiche, che risalgono probabilmente al XIV secolo.
L’aula, mononavata, ha le pareti intonacate e la volta, originariamente lignea, in muratura. Unica parte della struttura trecentesca ad essersi salvata è l’abside, in pietra calcarea e vulcanica, a pianta quadrata e con una finestra archiacuta, in origine una bifora.
Nella parete d. del presbiterio si trova un concio che reca incisa la data 1347, mentre dall’altra parte si trova dipinta la data 1388, in un’iscrizione tracciata su un sottile strato di intonaco. Si può individuare fra le due date il lasso di tempo in cui è stata edificata al chiesa.
Le volte a crociera costolonate dell’abside sono rette da quattro mensole scolpite con figure antropomorfe, nelle quali sono stati identificati i giudici Mariano IV e Ugone III de Bas-Serra, sovrani d’Arborea, ed Eleonora d’Arborea (figlia di Mariano IV) con il marito Brancaleone Doria.
Sono numerosi i contributi sulla chiesa di San Gavino, a iniziare dalla voce di Vittorio Angius (1849) nel “Dizionario” del Casalis, per passare alle citazioni di Dionigi Scano, nel 1907, e di Raffaello Delogu nel 1953. Più recente l’articolo di Francesco Cesare Casula, del 1984, dal titolo “La scoperta dei busti in pietra dei re o giudici d’Arborea: Mariano IV, Ugone III, Eleonora con Brancaleone Doria”, seguito dalla sintetica monografia curata da Giuseppe Spiga, nel 1992. Del 1993 è l’esauriente scheda nel volume di Roberto Coroneo “Architettura romanica dalla metà del Mille al primo ‘300”.